Un controllo di routine della polizia, ieri sera, si è tramutato in un pestaggio nei confronti degli agenti. Un uomo di origine nigeriana, fermato in zona Lingotto, ha aggredito due poliziotti delle volanti a calci e pugni.
Bloccato in corso Cosenza, all’inizio è parso collaborativo. Agli agenti ha fornito nome, cognome ed età. Ma le generalità sono risultate sconosciute. Quando la pattuglia l’ha invitato a salire sull’auto per essere accompagnato in Questura per ulteriori approfondimenti, l’uomo si è ribellato. Ha spintonato gli agenti ed è fuggito correndo verso corso Agnelli, dove si è nascosto sotto una macchina.
Raggiunto poco dopo dai poliziotti, li ha colpiti sferrando calci e pugni. Ad un agente, tutt’ora ricoverato all’ospedale Cto, ha provocato gravi lesioni al volto: fratture agli zigomi e gli ha spaccato i denti e il naso. Anche l’altro poliziotto è rimasto ferito.
L’uomo, finito in manette, era già destinatario di provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale.
«Si tratta dell’ennesimo grave episodio che testimonia l’assoluta mancanza di rispetto verso lo Stato e la polizia che lo rappresenta – dichiara Pietro Di Lorenzo, segretario del sindacato Siap – Il clima è pesante, la certezza della pena è ormai una chimera, mentre i feriti in uniforme aumentano in un clima di impunità generalizzato. C’è molto da fare per non umiliare il lavoro delle forze di polizia».
Eugenio Bravo, segretario generale del Siulp, chiede che venga istituita «la possibilità di utilizzare il taser. Dire che non è possibile lavorare in questo modo è un eufemismo. È tempo che il Parlamento metta in atto misure severe nei confronti di chi aggredisce un appartenente alle forze dell’ordine. Gli apprezzamenti e le parole di conforto della classe politica sono sicuramente importanti, ma sono inutili se non seguono misure concrete».