L’ultima legge di bilancio (l. 197/2022) ha previsto per tutti i dipendenti pubblici per i quali si applica la contrattazione collettiva (esclusi, dunque, i dirigenti), ivi compresi quelli appartenenti al comparto sicurezza, l’erogazione, nel solo anno 2023, di un emolumento accessorio una tantum, da corrispondere per tredici mensilità, da determinarsi nella misura dell’1,5% dello stipendio con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza.
Come riporta il Sindacato della UIL PA Polizia Penitenziaria, Il provvedimento, del tutto insufficiente, non può essere neppure ritenuto ristoratore dell’aumento del costo della vita che, com’è noto, ha raggiunto percentuali a due cifre e, soprattutto, non può eludere la negoziazione e il rinnovo dei contratti, i quali rappresentano l’unico percorso in grado di garantire sia reali miglioramenti economici sia il riconoscimento della professionalità specifica per tutti i lavoratori, a maggior ragione per quelli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria.
L’una tantum dovrebbe essere corrisposto a partire dalla busta paga di marzo (con gli arretrati per i mesi di gennaio e febbraio) e proseguire per tutto il 2023, tredicesima compresa.
A cura del UIL PA Polizia Penitenziaria