Entrare nel carcere e non sapere quando e come si esce”. E’ la vita degli agenti di polizia penitenziaria nei circondariali di Foggia e più in generale della Puglia. A denunciarlo è il segretario nazionale del Sappe Pilagatti dopo il week-end da incubo vissuto a Taranto e il caso dell’agente in servizio in via delle Casermette colto da malore – verosimilmente un principio di infarto – e accompagnato in ospedale a Foggia per accertamenti. “La situazione è tragica” commenta un collega. “Sto ancora in servizio e non so a che ora andrò a casa”.
Polizia penitenziaria: agente colto da un principio di infarto
Sarebbero state raggiunge anche 41 ore di servizio in appena tre giorni. “Diritti come orari di lavoro certi, riposi, ferie, sicurezza sul luogo di lavoro, non fanno più parte per una categoria di lavoratori che vive tra l’incudine delle botte e delle minacce dei detenuti, ed il martello della magistratura pronta ad accusare di tortura se si tenta una difesa” aggiunge Pilagatti.
Sarebbe stato lo stress, l’orario di lavoro 8-22 e il caldo torrido delle carcere, a provocare il malore del poliziotto. “Sembra se la sia cavata per un pelo”. Nei giorni scorsi il Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha scritto nuovamente ai vertici del Dap informandoli della grave situazione in cui versano le carceri pugliesi.
“Qualora non si avranno risposte concrete, ci rivolgeremo nuovamente alla magistratura consegnando degli esposti, così come fatto nel settembre dello scarso anno, con la speranza che questa volta i magistrati trovino anche un po’ di tempo per guardare cosa è accaduto ed accade nelle carceri pugliesi”.