Una lettera al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per denunciare la grave situazione e i rischi che il fenomeno migratorio comporta nelle coste italiane. La richiesta di un incontro urgente per un intervento concreto che aiuti le Forze di polizia ad operare in modo sicuro. A tutto questo si aggiunge anche la denuncia dell’impossibilità di sottoporre tutti gli arrivati al tampone laringo faringeo per il rilevamento di eventuali casi di positività al Covid, con annesso alto rischio contagi.
Dallo scorso anno ad oggi i poliziotti lavorano con turni estenuanti affrontando non pochi rischi causati dalla pandemia. Difficoltà cui hanno fatto seguito numerosi appelli al ministero dell’Interno e che finora non hanno trovato riscontro. Proprio per questo motivo, il Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) e il Siulp (Sindacato Unitario dei Lavoratori della Polizia), hanno scritto una lettera congiunta al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
A spiegare a IlGiornale.it le motivazioni che hanno spinto i due più grandi sindacati di polizia a chiedere l’intervento diretto del capo del Viminale, è il segretario generale del Sap Stefano Paoloni: “L’emergenza – dichiara Paoloni – aumenta in modo esponenziale al pari degli sbarchi e i problemi continuano ad esserci e a divenire sempre più gravi. Così come il ministro Luciana Lamorgese ha ricevuto i rappresentanti delle Ong nelle scorse settimane, noi chiediamo che si confronti direttamente con i tecnici del settore in merito alle difficoltà riscontrate e denunciate. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete”.
Scorrendo nel corpo della lettera emerge un aspetto molto grave denunciato dai due sindacati e che riguarda le prime operazioni di accoglienza: momento cruciale per la salvaguardia della pubblica incolumità. I numeri imponenti degli stranieri che arrivano senza lasciar tregua, rendono il più delle volte impossibile l’applicazione dei protocolli sanitari. Accade così che “gli innumerevoli migranti che giungono presso i centri di accoglienza, sovente non vengono nemmeno sottoposti a tampone per l’eccessiva urgenza di trasportarli dal luogo dello sbarco alle varie strutture”.
[sc name=”pubblicit” ][/sc]Dal luogo dello sbarco al trasferimento nei centri di accoglienza è chiaro che i migranti non sottoposti ai controlli anti Covid, diventano delle potenziali mine vaganti nei confronti dei loro compagni di viaggio, degli operatori delle cooperative delle strutture di accoglienza, delle Forze di polizia, dei militari e degli addetti ai trasporti dei bus.Migranti in fuga senza quarantena. Scatta l’emergenza a Pantelleria
“Tra l’altro – si legge nella lettera – le rivolte nei suddetti centri sono ormai di notevole frequenza, costituendo occasioni per la fuga dei migranti, con tutti i corollari in punto di sicurezza pubblica e sanitaria che ciò comporta”. Dal centro di accoglienza di Crotone ad esempio, le fughe di migranti che non hanno terminato la quarantena, tra il 5 e il 6 agosto, si sono susseguite senza tregua, mentre a fine giugno, un carabiniere a Lampedusa è risultato positivo alla variante Delta.
“Gli italiani – spiega Stefano Paoloni – hanno grosse difficoltà per muoversi, per svolgere determinate attività, perché necessitano del green pass mentre i migranti sono liberi di fare qualsiasi cosa. Questo non è accettabile. Auspichiamo che la Lamorgese accetti di incontrarci per cercare delle soluzioni concrete che permettano alle Forze di polizia di poter lavorare bene e in sicurezza”.