Paura a Termini, a due passi dall’ingresso della stazione ferroviaria, dove un uomo armato di una bottiglia rotta ha aggredito gli agenti della municipale, costretti a estrarre la pistola d’ordinanza. È accaduto la notte di domenica, fra piazza dei Cinquecento e via Enrico De Nicola.
Secondo quanto si apprende sono stati gli agenti del I gruppo Trevi e del Gssu della polizia locale di Roma Capitale a intervenire intorno all’1:00 per un uomo in escandescenza che stava picchiando una donna, a quanto sembra la propria compagna. Particolarmente aggressivo, alla vista dei caschi bianchi si è scagliato contro di loro. Poi, armato di una coccio di vetro ricavato da una bottiglia rotta, ha provato a colpire i due agenti, con uno che al fine di contenerlo ha estratto la pistola d’ordinanza. In ausilio è poi intervenuta una pattuglia della polizia di Stato.
Riuscito a scappare, l’esagitato è stato poi rincorso e bloccato dagli stessi agenti, non senza difficoltà. Accompagnato negli uffici del comando di via Macedonia ha danneggiato il vetro della pattuglia. Senza documenti, l’uomo è stato poi identificato in un cittadino del Marocco di 34 anni, con precedenti per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. La sua posizione è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria.
Sull’episodio è intervenuto il Sulpl (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), che per voce del segretario romano Marco Milani denuncia: “Il problema della sicurezza nelle grandi metropoli, coinvolge quotidianamente le polizie locali, ormai presenza prevalente sul territorio, anche a causa dei “tagli” che le forze statali hanno subito negli ultimi tre decenni. Tale mutato contesto urbano rende necessaria una riorganizzazione dei corpi, a partire da una riforma di legge nazionale che preveda degli standard nell’equipaggiamento e nella formazione degli operatori, per finire all’equiparazione di riconoscimento e tutele agli operatori di tutte le altre forze di polizia.
Polizia locale: armato di bottiglia aggredisce i poliziotti a Termini
Chiediamo un’assunzione di responsabilità anche alle amministrazioni locali, le quali nei loro contratti considerano l’attività di polizia locale al pari se non peggio di quella degli altri impiegati. Il comune di Roma, ad esempio, considera categoria usurante le maestre d’asilo e non noi, eppure difficilmente ci troveremo mai ad assistere a impiegati amministrativi cui vengano richiesti interventi tanto pericolosi”.
“Ancora una volta siamo a ringraziare il cielo che tutto si sia risolto senza drammi – dichiara Ivano Ardovini RSU della Ugl Autonomie di Roma – ma davanti a queste scene di ordinaria insicurezza urbana che seguono i calci e i pugni subiti dai colleghi per interrompere i bagni nelle fontane storiche e altre intemperanze di persone in quel momento fuori di sé, la politica deve intervenire.
Abbiamo bisogno di strumenti efficaci e non letali che non ci facciano correre rischi fisici nel momento dell’intervento, come può essere la dotazione individuale del taser e delle altre dotazioni di protezione previste dal regolamento regionale che Roma Capitale continua a disattendere”.
Il segretario provinciale di Roma della Ugl Autonomie, Sergio Fabrizi, affonda il colpo dichiarando di voler attendere la presa di posizione del comandante Angeloni e del sindaco Gualtieri sulle modalità di intervento fatte dagli agenti, perché deve essere chiaro all’opinione pubblica il ruolo e le responsabilità giuridiche della polizia locale nell’ambito della sicurezza urbana e sia riconosciuto un diverso trattamento contrattuale in tema di risorse sui tavoli di concertazione, in attesa dell’agognata riforma della legge quadro nazionale da parte del Governo.