Enzo Marino, poliziotto eroe, sconfitto dal Coronavirus, è morto ieri all’ospedale Goretti di Latina.
Avrebbe compiuto 50 anni il prossimo mese. Entrato in stretto contatto con una persona una ventina di giorni fa, poi risultata positiva, si era subito messo in isolamento, seppur negativo al primo test effettuato.
Ieri, nel pomeriggio, la brutta notizia è arrivata attraverso i social, con commuoventi post scritti da colleghi e conoscenti. Da anni sovrintendente presso il commissariato di Polizia di Terracina, attualmente diretto dal vice questore aggiunto Paolo Di Francia, Enzo Marino era molto apprezzato e conosciuto sul territorio.
Svolgeva il servizio di controllo del territorio ma era anche sindacalista, segretario provinciale aggiunto del Sap, Sindacato autonomo Polizia.
Il 49enne lascia la moglie Filomena, agente di Polizia Locale e un figlio di 16 anni.
Marino era anche volontario dell’associazione di Protezione civile I Falchi di Fondi, presieduta dal fratello Mario.
Nel 2006, quando era ancora assistente della Polizia di Stato, Marino era stato insignito della Medaglia d’oro al valor civile quale «splendido esempio di spirito altruistico, elevate capacità professionali e altissimo senso del dovere».
A valergli l’onorificenza del Presidente della Repubblica, allora Carlo Azeglio Ciampi, era stato il suo gesto eroico, compiuto ad Itri il 5 aprile di tre anni prima per salvare la vita a una donna. «Libero dal servizio, con generoso slancio, pronta determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, interveniva in soccorso di una donna anziana rimasta coinvolta nell’incendio della propria autovettura» si legge nel suo titolo di medaglia d’oro.
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