Dopo l’incidente avvenuto nel 2019 mentre andava a prendere servizio, Jacopo Curzi è rimasto invalido, ma non ha perso la voglia di vivere e soprattutto di fare sport. Carabiniere di Rimini, il militare, in seguito a quel sinistro, ha perso una gamba e non ha potuto proseguire la sua carriera nell’Arma. A 36 anni la sua vita è cambiata per sempre. Ha dovuto imparare nuovamente a camminare con la protesi, ha dovuto ripartire da zero. Costretto a lasciare la divisa che ha sempre amato perchè non più idoneo al servizio, ora la sua vita si è incentrata sulle attività sportive nonostante la disabilità. Una condizione che però si scontra con una questione economica non da poco. Sebbene l’incidente si fosse verificato durante il tragitto verso il luogo di lavoro, come militare non vi è una copertura Inail che rimborsi le spese mediche.
Nonostante gli aiuti ricevuti, il costo elevato di questi apparati resta comunque a carico di Jacopo, che dopo l’incidente ha trovato nello sport la sua ragione di vita. Il suo sogno è quello di partecipare alle gare di triathlon e, come triatleta, avrebbe bisogno di una protesi idonea sia all’utilizzo della bicicletta che per la corsa. Proprio per questo domenica 27 giugno parteciperà a una maratona staffetta nella Repubblica di San Marino con l’obiettivo di dare un segnale per aiutare chi, come lui, si trova in questa difficile situazione.
Jacopo, com’è cambiata la sua vita dopo l’incidente?
“La divisa era la mia vita. Ho fatto sacrifici per entrare nell’Arma perchè mi sentivo carabiniere dentro. Durante il mio servizio, svolto sempre a Rimini, mi sono trovato ad affrontare ladri, spacciatori e delinquenti di ogni genere. Era una grande soddisfazione assicurarli alla giustizia sapendo di aver dato il mio contributo a una città più sicura. Adesso, a due anni dall’incidente, sono in attesa del congedo ed è proprio per questo che ho trovato nello sport una valvola di sfogo”.
Come si sta allenando?
“Per quanto riguarda il triathlon mi sta seguendo Massimiliano Evangelisti che è un allenatore, anche lui paratleta. Mi alleno sia in piscina che con la bicicletta ma, per quanto riguarda la corsa, non riesco proprio a causa della mancanza di una protesi adatta. L’unica maniera che ho per questo tipo di allenamento è potenziare la resistenza con del trekking in montagna”.
Quali sono i suoi obiettivi?
“Il mio sogno è quello di far parte dei gruppi sportivi dei carabinieri. Realisticamente, però, mi piacerebbe entrare in una squadra di triathlon paralimpica”.
Cosa si può fare per aiutarla?
“Non ho mai voluto chiedere aiuto a nessuno perchè non mi sento diverso dagli altri ma mia moglie, visti i miei sogni, ha lanciato su internet un crowdfunding sul sito gofundme.com “Aiuta Jacopo a praticare sport dopo l’amputazione” per poter acquistare la protesi necessaria a poter correre e, quindi, diventare triatleta a tutti gli effetti”.