I Senatori Marinella Pacifico e Andrea Causin (Coraggio Italia, Gruppo Misto) hanno presentato un’interrogazione rivolta alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese, sul tema relativo agli arretrati pensionistici delle Forze di Polizia che attua una nuova ed inaccettabile differenziazione tra il trattamento pensionistico dei militari e quello dei civili, anche se tutti inquadrati nello stesso comparto sicurezza e difesa.
«Nonostante le chiare indicazioni legislative, la recente circolare INPS comprende unicamente le pensioni maturate dal 1° gennaio 2022, escludendo il diritto alla corresponsione degli arretrati quinquennali previsto per le forze di polizia ad ordinamento militare creando, a tutti gli effetti, una disparità di trattamento. In legge di bilancio 2022 era stato equiparato il trattamento pensionistico del personale delle Forze di Polizia e Penitenziaria, prevedendo anche uno stanziamento a copertura degli oneri». Affermano i Senatori Marinella Pacifico e Andrea Causin (Coraggio Italia, Gruppo Misto) in una interrogazione rivolta alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese.
«Si ricorderà – affermano i senatori – che la Corte dei Conti, a sezioni riunite, in sede giurisdizionale, nel 2021, ha riconosciuto per gli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile, il medesimo trattamento pensionistico riservato alle forze armate e forze dell’ordine ad ordinamento militare, sancendo che la quota retributiva del 2,44% vada estesa a tutti gli appartenenti al comparto sicurezza e difesa. Il Governo Italiano ed il Parlamento con la legge di bilancio 234 (art 1 comma 101) hanno previsto e codificato le spese da sostenere per gli anni futuri e quelle da sanare per gli anni passati, riconoscendo le sperequazioni avvenute».
Pacifico e Causin sottolineano che «con la circolare INPS si attua una nuova ed inaccettabile differenziazione tra il trattamento pensionistico dei militari e quello dei civili, nonostante siano tutti inquadrati sotto lo stesso comparto di sicurezza e difesa. La circolare di fatto discrimina una parte molto significativa di coloro che si mettono a servizio dello Stato, talvolta a sacrificio della propria incolumità per garantire la sicurezza degli italiani».