Ancora una volta siamo stati costretti ad affrontare una situazione davvero difficile. Esprimiamo la nostra vicinanza al collega che si è rivolto alle cure sanitarie in ospedale”.
Sono queste le parole che usa segretario regionale del Sinappe Andrea Mazzarese dopo il grave episodio che è avvenuto nelle scorse ore al carcere di Spini di Gardolo a Trento.
Un fatto grave che va ad aggiungersi a quelli già avvenuti negli scorsi mesi e che hanno visto altri agenti feriti. Uno dei detenuti, secondo una prima ricostruzione frtta dai presenti, ad un certo punto ha preso in mano la bomboletta del gas che viene consentita all’interno della struttura per spruzzarlo sul viso ad un altro detenuto con la volontà poi di dargli fuoco.
Ha poi preso anche una bottiglia di olio e un accendino. “Quando gli agenti di polizia penitenziaria – spiega Mazzarese – sono arrivati hanno trovato il detenuto con una bottiglia di olio di semi in una mano e nell’altra l’accendino”. Immediatamente si sono attivati per cercare di fermare il detenuto e cercando di capire quali fossero i motivi di un tale gesto per riportare la situazione sotto controllo.
L’uomo, però, quando ha visto avvicinarsi gli agenti non si è fermato ed ha iniziato ad aggredirli sia spruzzando altro gas della bomboletta ma anche fisicamente. “Nel tentativo di togliergli la bomboletta e l’accendino – ha spiegato il segretario regionale del Sinappe – uno degli agenti è stato morso in maniera molto violenta sull’avambraccio riportando una ferita profonda”.
Fortunatamente gli agenti sono riusciti in poco tempo a bloccare l’aggressore. L’agente ferito è stato accompagnato al pronto soccorso. Il detenuto aggredito in un primo momento è stato soccorso dal personale medico del carcere. “Sono situazioni molto difficili – ha concluso Mazzarese – che la polizia penitenziaria di continuo affronta. Non solo minacce che sono all’ordine del giorno ma anche gravi aggressioni fisiche”.
Il Sinappe, spiega sempre il segretario regionale, ha chiesto la dotazione “anche d’istituto” del taser da utilizzare quando necessario. “Non abbiamo mai avuto una risposta” dice Mazzarese.
“Sono mesi che chiediamo un kit di intervento per dare ai Poliziotti Penitenziari la possibilità di intervenire con un po’ di protezione – maschere idonee per proteggersi dai fumi tossici e protezioni per braccia e tronco – strumenti necessari per spegnere gli incendi che non proprio di rado alcuni detenuti appiccano come forme di protesta, ad oggi niente, solo parole di circostanza”.