Glielo avevano chiesto più di una volta ma lui, Samuel Seno, il 31enne poliziotto dell’ufficio stranieri della Questura di Treviso che l’8 maggio dell’anno scorso aveva travolto e ucciso il loro figlio, si era rifiutato, probabilmente si sentiva incapace di affrontare tutto quel dolore.
Ad un confronto di persona, aveva preferito una lettera, indirizzata alla madre del 17enne centrato con l’auto mentre era bordo del suo scooter lungo una curva, affrontata ad alta velocità e ubriaco, in via Olimpia a Paese (Treviso), poco lontana dal campo sportivo dove quel pomeriggio il 31enne aveva festeggiato l’addio alla pallaovale.
Per il poliziotto pena di 3 anni e 6 mesi
L’incontro con i familiari di Davide Pavan, che quando morì aveva solo 17 anni, è avvenuto giovedì al termine dell’udienza preliminare in cui il gup Carlo Colombo ha dato l’assenso all’istanza di patteggiamento presentata dai due difensori di Seno, gli avvocati Fabio Capraro e Luciano Meneghetti. La vicenda giudiziale si chiude con una applicazione pena di 3 anni e 6 mesi. Il poliziotto, tornato in servizio con mansioni d’ufficio dopo una lunga sospensione, riceverà nei prossimi mesi l’ordine di carcerazione ma certamente i difensori presenteranno al Tribunale di Sorveglianza una richiesta affinché al giovane, cui oltre che la riduzione di un terzo per il rito sono state riconosciute le attenuanti generiche, venga concessa una misura sostitutiva del carcere. E per effetto dell’applicazione della pena, che non vale come una condanna, potrà probabilmente evitare persino il licenziamento.
La mamma e il papà di Davide, la madre della fidanzatina – che fu la prima ad accorrere sul posto – e Davide Seno si sono visti faccia a faccia chiusi dentro un’aula del palazzo di giustizia. Un incontro rigorosamente privato dal contenuto riservato durato 25 minuti, di cui gli ultimi dieci consumati soltanto con la madre della vittima. Alla fine sono usciti tutti evidentemente scossi: il papà con gli occhi lucidi, la mamma in lacrime e lui, l’investitore, evidentemente commosso.
«Finisce tutto così, non farà neanche un giorno di galera» aveva commentato disperata e piena di rabbia la madre di Davide quando il giudice aveva letto il dispositivo, al termine di una udienza in cui era stata accolta in via preliminare la richiesta di costituzione come parte civile da parte degli zii del ragazzo (i genitori invece erano stati risarciti dall’assicurazione) ma respinto quella della fidanzatina di Davide. Poi sono arrivati i dettagli dell’accordo fra gli avvocati e il pubblico ministero Mara De Donà.
«È una cosa molto penosa – dice Davide Favotto, il legale della famiglia Pavan – vedere questa vicenda finire in questo modo. Perché Seno è un poliziotto, uno di quelli che dovrebbe stare sulle strade per proteggerci. Invece è sua la responsabilità di questa tragedia».
«La pena è equilibrata – ha commentato l’avvocato Fabio Capraro – siamo partiti da una base di 8 anni e, tra generiche e riduzione per il rito, siamo arrivati a 3 anni e 6 mesi. Questa è comunque una vicenda che, oltre alla famiglia di Davide, naturalmente sconvolta, sono sicuro segnerà anche il resto della vita del 31enne». corrieredelveneto.corriere.it