Omicidio Serena Mollicone, le richieste delle pm: 30 anni per l’ex comandante dei Carabinieri, 24 anni per Marco Mottola e 21 per la madre

Carabinieri
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Trenta anni per l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, 24 anni per il figlio Marco e 21 per la moglie Annamaria, per omicidio e occultamento di cadavere. Sono le richieste di condanna delle pm Beatrice Siravo Carmen Fusco nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone, che è in corso davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Cassino. E anche 15 anni per Il maresciallo Vincenzo Quatrale, accusato di concorso esterno in omicidio e istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, e infine 4 anni per l’appuntato Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento. “Siamo innocenti, questo non cambia”, ha detto Franco Mottola alla fine dell’udienza. Mentre la sorella di Serena Mollicone ha detto: “L’unica cosa che chiediamo è: giustizia”.

“Marco, Franco e Annamaria non soltanto hanno concorso attivamente a uccidere Serena Mollicone ma sono tutti titolari di una posizione di garanzia” come “i Ciontoli nell’omicidio di Marco Vannini“, ha sostenuto la pm Carmen Fusco nel corso della requisitoria. “Il delitto di omicidio accomuna tutti i componenti della famiglia Mottola. Serena se immediatamente soccorsa si sarebbe salvata ma muore per effetto di una condotta attiva, perché i Mottola tutti presenti e tutti concordi sul da farsi, davanti a una ragazza svenuta ma viva, le ostruiscono le vie aree e le chiudono il capo con un sacchetto di plastica e con il nastro adesivo”

La superperizia che dimostra l’omicidio

“Serena ha avuto un colpo alla testa ed è sopravvissuta, aveva riportato un trauma importante ma non letale. Si sarebbe potuta salvare ma è stata soffocata con un nastro adesivo che le ha avvolto la bocca ed è stata finita”, ha argomentato anche la pm Beatrice Siravo, citando la superperizia di Cristina Cattaneo, medico legale che dirige il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano. La superperizia della Cattaneo è stata decisiva per la riapertura delle indagini e il successivo processo. Serena, secondo quanto ricostruito dalla pm, avrebbe ricevuto il colpo alla testa intorno alle 11.30 e sarebbe morta dopo 5 ore di agonia.

Il suicidio di Santino Tuzi

La pm Beatrice Sirano ha parlato anche della morte di Santino Tuzi, il brigadiere dei carabinieri morto suicida con un colpo di pistola al petto l’11 aprile del 2008, una settimana dopo aver raccontato alla Procura di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma di Arce il primo giugno del 2001. Il sottufficiale dopo le dichiarazioni fu abbandonato da amici e colleghi. “Santino Tuzi si è suicidato perché lasciato solo da tutti quelli che sapevano la verità” ma anche perché “sapeva”. “Perché si è suicidato Santino Tuzi?”, si è infatti chiesta la pm. “Se Santino non si fosse suicidato, visto che nessuno confermava le sue dichiarazioni, sarebbe andato a giudizio per l’omicidio come era accaduto a Carmine Belli”, ha sostenuto. “Vorrei riabilitare l’immagine di Santino”, ha concluso. “È stato l’unico che ha rotto il muro del silenzio e ha pagato con la vita le sue dichiarazioni”.

“La mente e l’autore dei depistaggi”

Il maresciallo Franco Mottola è il “titolare di una posizione di garanzia massima”, è “l’autore dei depistaggi” ed “è stato evidentemente la mente, perché ha gestito un ragazzo di sì e no 19 anni”, sono poi le battute finali della requisitoria della pm Beatrice Siravo, appena prima di pronunciare le richieste di pena. Franco Mottola, ha detto ancora la pm, “ha approfittato della sua posizione di comandante della stazione dei carabinieri” e anche se il reato gli è contestato senza aggravanti noi riteniamo che di fatto l’aggravante della violazione dei doveri d’ufficio sia già contestata” ecco perché “chiediamo 30 anni di reclusione senza generiche”.

“Per Marco Mottola 24 anni di reclusione e per la moglie che non poteva non partecipare alla gestione familiare della povera Serena chiediamo 21 anni di reclusione”, ha continuato. Per Vincenzo Quatrale sono stati chiesti 15 anni di reclusione. Quatrale era imputato per istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi ma la pm ha chiesto di riqualificare il capo di imputazione “in omicidio colposo”. “Quatrale aveva l’intento di far ritrattare Tuzi, si è reso conto della situazione psicologica di Tuzi e dei problemi che avrebbe creato a tutti”, ha aggiunto.

La richiesta di risarcimento

La richiesta di risarcimento danni dell’avvocato Dario De Santis in memoria di Guglielmo Mollicone, padre di Serena, ammonta a 5 milioni di euro. La somma è stata chiesta a tutti e tre i componenti della famiglia Mottola, Franco Marco ed Annamaria ed al luogo tenente Vincenzo Quatrale. All’appuntato Francesco Soprano l’avvocato De Santis ha chiesto un risarcimento danno da 100 mila euro.

Fonte: Repubblica.it

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