“L’ergastolo che ho chiesto per i due imputati, non è un trofeo da esibire, come è stato detto dalle difese. Non c’è un trofeo per nessuno.
In questa sede non vince e non si perde perché di fronte a eventi tragici come questi avrei preferito che nulla di quanto è stato ricostruito in aula fosse veramente accaduto”. E’ quanto affermato dal pm Maria Sabina Calabretta nel corso delle sue repliche nel processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega avvenuto a Roma nel luglio del 2019. Nel procedimento, che arriverà a sentenza nel prossimo mese di maggio, sono imputati per concorso in omicidio volontario gli americani Gabriele Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder.
“Di fronte a una vicenda come questa – ha aggiunto – con quel carico di sofferenza umana che ha provocato il mio compito è stato solo quello di ricostruire i fatti per come si sono svolti. La condanna all’ergastolo sarebbe solo la giusta risposta a un fatto di tale gravità”. Per il pubblico ministero “l’omicidio di Cerciello si è consumato in meno di 30 secondi in cui è stata tolta brutalmente la vita ad un uomo. Andrea Varriale (compagno di pattuglia di Cerciello quella notte ndr) è per me attendibile, la tesi della difesa secondo cui Varriale ha detto solo bugie e menzogne non ha fondamento. Natale ha avuto un ruolo egemonico in questa vicenda, ha attivato Elder: c’è un dolo pieno di concorso in omicidio, Elder e Natale andarono all’incontro con mezzi idonei ad uccidere”, ha concluso il pm. ANSA