Gabriele Natale Hjorth è rimasto bendato per circa 10 minuti. È quanto emerso dall’esame in aula di Fabio Manganaro, il carabiniere accusato di aver bendato nella caserma di via in Selci, a Roma, l’americano dopo il fermo per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
Come riporta repubblica.it, Manganaro, difeso dall’avvocato Roberto De Vita, è accusato di misura di rigore non consentita dalla legge. “Natale era molto agitato già prima di essere trasferito dall’albergo alla caserma di via in Selci”, ha spiegato Manganaro rispondendo alle domande della pm Maria Sabina Calabretta.” Era nervoso, faceva degli scatti anche prima di salire in auto, motivo per il quale è stato ammanettato. E anche all’arrivo in caserma ha continuato ad essere agitato. Lì c’era tanta gente, sia in uniforme che in abiti civili. Varriale ha tentato di avvicinarlo ed è stato allontanato.
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C’è stato anche un tentativo di aggressione da parte di quattro militari che non conoscevo e che poi ho saputo che erano di Piazza Farnese. Io allora sono intervenuto e mi sono messo a protezione di Natale, prendendo anche dei calci che arrivavano. Insieme a un altro militare siamo riusciti a rendere la situazione meno tesa ma Natale continuava a essere molto nervoso”.
L’americano “tentava di divincolarsi, si muoveva in maniera repentina avanti e indietro e, in quel momento, ho visto un foulard su un attaccapanni: ho chiesto a un collega di passarmelo e glielo ho apposto sugli occhi invitandolo a calmarsi. Io ho anni di servizio alle spalle e ho visto gente compiere gesti autolesionistici e volevo evitare che accadesse.
Per alcuni minuti – ha raccontato Manganaro davanti al giudice monocratico – sono uscito dalla stanza affidando Natale a un altro militare perché ero stato avvertito che era stata diffusa una foto dell’intervento in albergo e dovevo interloquire su questo. Rientrato ho visto che vicino a Natale c’era Varriale che parlava, i toni erano pacati ma l’ho interrotto e gli ho detto di uscire dalla stanza.
Ho accompagnato fuori Varriale e al rientro ho tolto a Natale la benda e le manette, saranno passati – ha spiegato Manganaro – circa 10 minuti. Quando poi sono stato contattato dai miei superiori ho confermato di aver utilizzato la benda come strumento di contenimento”.
In aula prima di Manganaro è stato sentito come testimone il colonnello Lorenzo D’Aloia, all’epoca dei fatti a capo del Nucleo investigativo, che ha spiegato che la presenza di numerosi militari nella caserma di via In Selci era legata a quanto accaduto.