Omicidio dell’ex carabiniere: indagate due persone nel Brindisino

Inizia a stringersi il cerchio attorno all’omicidio di Silvano Nestola, il carabiniere in quiescenza di Copertino (Lecce), ucciso la sera del 3 maggio scorso, poco prima delle 22, in contrada Tarantino, zona di campagna non lontano da San Pietro in Lama. Lì, dove vive la sorella, Nestola si era fermato a cena insieme con il figlio di 10 anni.

Le prime indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo si erano indirizzate subito verso una famiglia di San Donaci. Nestola, che era separato, tempo prima aveva frequentato una donna che risiede nel comune in provincia di Brindisi. E, dopo il primo sequestro di due fucili da caccia da inviare al Ris di Roma per le analisi (la sera dell’omicidio, l’ex militare è stato colpito tre volte da un’arma calibro 12, da cui sono stati esplosi almeno quattro colpi), proprio i genitori della donna sono ora formalmente iscritti nel registro degli indagati, per il reato di omicidio premeditato in concorso. Si tratta della 62enne Rossella Manieri e del 70enne Michele Aportone. 

A loro sono stati recapitati nelle scorse ore gli avvisi per il conferimento dell’autopsia, che avverrà venerdì e sarà affidata al medico legale Roberto Vaglio. Gli altri due avvisi hanno raggiunto le parti lese in questa vicenda, il fratello e la sorella di Nestola.
Diverse sono state le attività svolte nei giorni successivi. Oltre alla convocazione in caserma di tre componenti di quella famiglia, al sequestro di due fucili da caccia e alle rituali attività tecniche su telefoni cellulari, anche la ricerca di altri elementi, attraverso diverse battute nelle campagne.  

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