Le accuse a cinque agenti di polizia arrestati a Verona per aver compiuto violenze nei confronti di diverse persone sottoposte alla loro custodia tra luglio 2022 e maggio 2023 se confermate rappresentano episodi gravi su cui è necessario fare chiarezza. I reati contestati di tortura, lesioni aggravate, peculato, rifiuto ed omissione di atti di ufficio e falso ideologico in atto pubblico, costituiscono accuse pesantissime per chi indossa una divisa e dovrebbe dare il buon esempio con i propri comportamenti.
È giusto perciò che si dedichi la necessaria attenzione mediatica a questi episodi, anche se nelle ultime ore sta andando in scena un copione noto con un processo mediatico che ha già condannato i poliziotti ancor prima che inizi il vero processo. Se la presunzione di innocenza non è tenuta in considerazione nella foga di mettere sul banco degli imputati non tanto i singoli agenti quanto la polizia in generale, colpisce il silenzio di chi è sempre in prima linea per attaccare la polizia e le forze armate per le aggressioni che gli agenti subiscono ogni giorno.
Eppure le aggressioni e le violenze nei confronti di agenti di polizia sono numerose come confermano anche le statistiche. Secondo l’Osservatorio Asaps, Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia stradale, nel 2021 ci sono state 2.655 aggressioni fisiche agli agenti sulle strade, più di 7 al giorno, una ogni 3 ore mezzo. Di queste il 37% sono causate da stranieri, il 29,1% da ubriachi e il 16% degli attacchi agli agenti sono realizzati con armi proprie o improprie. Numeri impressionanti anche perché riferiti ai controlli su strada ed escludendo perciò le aggressioni avvenute nella gestione dell’Ordine pubblico e le altre non conseguenti al controllo del territorio.
Solo negli ultimi giorni le cronache ci raccontano numerosi episodi di violenza nei confronti di agenti della polizia. Martedì nel quartiere Borgo Vecchio a Palermo una quarantina di persone hanno accerchiato e picchiato un agente per evitare l’arresto di un giovane. Il poliziotto, a cui hanno cercato di rubare anche la pistola, è stato portato in ospedale con una prognosi di quaranta giorni mentre il ragazzo è riuscito a scappare.
Se quanto accade nelle strade italiane è problematico, la situazione nelle carceri rischia di essere fuori controllo con aggressioni nei confronti della polizia penitenziaria che si susseguono con una violenza crescente.
Lunedì c’è stata l’ennesima aggressione ai danni di agenti della Polizia penitenziaria all’interno del carcere di Avellino dove un detenuto di 30 anni ha picchiato un ispettore in servizio nella casa circondariale. Pochi giorni fa ad Alessandria un detenuto ha invece colpito alla testa un poliziotto del penitenziario con uno stendino provocandogli quaranta giorni di prognosi.
Surreale quanto accaduto al carcere di Pavia dove un detenuto extracomunitario si è reso invece protagonista di cinque aggressioni in cinque giorni. Raccontare questi episodi non significa sminuire o ridimensionare quanto potrebbe essere avvenuto a Verona bensì sottolineare l’ipocrisia e il doppio standard di certi commentatori e politici sempre pronti a scagliarsi contro la Polizia quando sbaglia ma silenti tutti i giorni quando a subire aggressioni sono proprio gli uomini e le donne in divisa. www.ilgiornale.it