Nella notte qualcuno ha cercato di dare fuoco alla caserma dei carabinieri di Noto, nel Siracusano, cospargendo di un liquido infiammabile l’ingresso.
Lo rende noto la stessa Arma secondo cui«l’incendio, immediatamente spento dai militari presenti in caserma, non ha provocato danni».Ma, a parte i danni che non ci sono stati, l’episodio resta ugualmente inquietante anche perché gli attentatori, o l’attentatore, non si sono preoccupati nemmeno della presenza delle telecamere di sorveglianza attorno al perimetro della caserma che hanno ripreso le varie fasi, dal momento in cui è stata sparsa la benzina sulla porta d’ingresso, alle fiamme, alla fuga degli incendiari.
«Sono in corso le indagini», dicono i carabinieri del comando provinciale di Siracusa che non nascondono come «nelle ultime settimane» abbiano «condotto numerose operazioni che hanno portato al sequestro di un ingente numero di armi, che hanno interessato soprattutto la comunità non stanziale originaria del luogo».
Ci si riferisce, in particolare, al tragico episodio dell’omicidio di un ragazzo di 17 anni, Piopaolo Mirabile, appartenente alla comunità nomade dei «caminanti», raggiunto da colpi di pistola il 30 novembre e morto in ospedale il successivo 4 dicembre dopo disperati tentativi di rianimarlo. Il ragazzo era in auto con alcuni familiari, in particolare il padre che potrebbe essere stato il reale bersaglio dell’assassino, nella zona di Noto dove questa comunità di solito vive.
Per quell’omicidio, lo scorso 17 dicembre i carabinieri hanno arrestato, su disposizione del gip di Siracusa e su richiesta della procura, un uomo di 33 anni che aveva fatto perdere le proprie tracce poco dopo il delitto, avvenuto a quanto pare per una lite tra membri della stessa comunità dei «caminanti», a causa di un abuso di alcolici da parte di uno dei due, il presunto assassino e il padre della vittima.La mancata collaborazione sia dei familiari del ragazzo ucciso sia di possibili testimoni, aveva costretto i militari a mettere a ferro e fuoco il quartiere, scovando armi, munizioni, refurtiva.
Per questo, le indagini sull’attentato della notte scorsa non possono non prendere in considerazione quanto accaduto nelle scorse settimane: «Sono al vaglio dei carabinieri tutte le ipotesi possibili – dicono dal comando provinciale di Siracusa – ma non si esclude che l’atto criminale possa essere riconducibile a una intimidazione a seguito dell’attività investigativa condotta dai carabinieri».