Il labbro spaccato, una ferita allo zigomo, varie contusioni, abrasioni ed escoriazioni.
I referti stilati dai medici dell’Aurelia Hospital raccontano di un’aggressione subita da alcuni ragazzini minorenni.
Perché ad averli picchiati, sostengono, sono stati alcuni poliziotti che hanno cercato di impartire alle vittime il loro dogma: “Quando vedi la polizia devi abbassare lo sguardo e portare rispetto”.
I ragazzi tuttavia non hanno perso fiducia nelle forze dell’ordine. Così sono andati a denunciare la vicenda agli agenti del commissariato Aurelio, mostrando referti medici e fornendo le targhe delle auto da cui, secondo il loro racconto, sono scesi i poliziotti che li hanno aggrediti. Due Alfa Romeo Giulietta.
Adesso gli agenti stanno indagando sui loro stessi colleghi, cercando di ricostruire i fatti iniziati giovedì scorso.
Le vittime si incontrano dopo cena per prendere un gelato. Sono tutti studenti. “Stavamo percorrendo a piedi circonvallazione Cornelia in direzione di piazza della Salle dove c’è un Mc Donald’s”, recita la denuncia.
“Giunti all’altezza di via Giambattista Pagano sopraggiungevano due volanti della polizia di Stato” da cui scendevano quattro agenti: “uno di corporatura esile e calvo, un altro con la barba incolta e capelli scuri di media lunghezza e accento partenopeo, il terzo con barba corta brizzolata e capelli molto corti e il quarto di corporatura robusta con indosso occhiali da vista”.
I quattro cercano di identificare i ragazzi, ma li aggrediscono “senza alcun motivo”, sostengono le vittime. Prima verbalmente: “Ve ne dovete andare affanculo sennò ve piamo a pizze”, esclama un agente a un ragazzino che chiedeva spiegazioni, prima di sferrargli “un forte schiaffo al volto”.
Qualche ragazzo scappa “temendo per la propria incolumità”, altri rimangono sul posto per aiutare l’amico che nel frattempo era stato afferrato per il braccio da un agente e spinto addosso al muro.
I ragazzi cercano di avvisare i genitori: ma, raccontano, un poliziotto strappa il telefono dalle mani di un ragazzino “per poi gettarlo in terra e schiacciarlo con il piede”.
Braccia dietro la schiena, gomiti girati, schiaffi al volto, cuffie che volano in aria, aliti vinosi e teste rivolte “sul cofano della vettura di servizio con il viso spinto sullo stesso in quanto preso con fermezza da dietro, all’altezza del collo”. Il racconto mal si addice a un normale intervento delle forze dell’ordine, al termine del quale non sarebbe stato rilasciato neanche un verbale.
E prosegue così: l’agente “iniziava a spingere (un ragazzo ndr) e a strattonarlo senza motivo, quindi lo stesso minore tentava di divincolarsi allontanandosi seguito dallo stesso operante”.
“Quando vedi la polizia devi abbassare lo sguardo e portare rispetto”, avrebbero detto gli agenti prima di allontanarsi, richiamati da un collega che non avrebbe preso parte alle violenze.
I ragazzi invece sono tornati a casa, dove le famiglie, sconcertate, li hanno accompagnati prima in ospedale e poi a denunciare i fatti.