Noi non siamo carabinieri coro dei neo finanzieri – Un coro da stadio sugli spalti dell’Arena della Vittoria. Ma non si trattava della solita competizione sportiva, bensì della cerimonia di Giuramento di Fedeltà alla Repubblica Italiana e di Consegna delle Fiamme agli allievi finanzieri del 23esimo corso, tenutasi sabato 23 novembre. «Noi non siamo carabinieri»: è l’urlo goliardico pronunciato dai neofinanzieri con tanto di battito di mano a ritmo.
Eppure, l’atmosfera era tutt’altro che informale: alla cerimonia, infatti, hanno preso parte diverse autorità politiche, civili e militari.
Sono stati più di 700 gli allievi che hanno preso parte al giuramento di fedeltà e impegno e che hanno poi indossato per la prima volta le loro “Fiamme Gialle” sotto gli occhi di più di 8mila persone, tra amici e parenti, presenti sugli spalti dello stadio.
Un gruppo di ragazzi, però, sembra essersi lasciato andare all’euforia del momento. E il video del coro è diventato sui social.
Noi non siamo carabinieri coro dei neo finanzieri: le dichiarazioni del Segretario Generale di Usmia Carabinieri Carmine Caforio
Pur comprendendo la spontaneità e il contesto goliardico dell’episodio, avvenuto durante il giuramento solenne degli Allievi Finanzieri celebrato presso l’Arena della Vittoria di Bari alla presenza di circa 8.000 familiari e amici, è opportuno sottolineare che tali affermazioni non riflettono i valori fondanti di collaborazione e rispetto che, da sempre, uniscono saldamente tutte le Forze di Polizia.
Espressioni di questo genere – sottolinea Caforio – sicuramente non intenzionali, indipendentemente dal Corpo di provenienza, possono alimentare incomprensioni e trasmettere un’immagine distorta, sia agli operatori delle istituzioni – in particolare se giovani – sia ai cittadini, per i quali i “colori” delle divise rappresentano simboli di sicurezza, coesione e dedizione. L’Arma dei Carabinieri, da sempre guidata da saldi principi di lealtà e cooperazione, opera fianco a fianco con la Guardia di Finanza, Forza di Polizia a ordinamento militare che si distingue per altrettanto prestigio e tradizioni. Riteniamo, quindi, che l’episodio sia un caso isolato e non rappresentativo del valore e dell’indiscussa professionalità del personale appartenente al citato Corpo.
In un momento storico molto delicato, in cui è fondamentale rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, è cruciale che tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine evitino simili esternazioni che, qualora strumentalizzate, potrebbero creare divisioni e compromettere l’immagine di chi difende, anche a rischio della vita, la sicurezza dei cittadini.
Questo vuole essere un umile invito a riflettere, che Caforio rivolge a tutti – anche ai colleghi dell’Arma -, sottolineando l’importanza delle parole e dei gesti, che devono sempre essere all’altezza del prestigio delle uniformi che indossiamo e del dovere che esse rappresentano, nel rispetto di chi ci ha preceduto e dei tanti eroi caduti per difendere la nostra Patria.
Caforio conclude: “Impegniamoci a costruire ponti di dialogo, rifiutando muri che dividono, convinti che l’unità e il rispetto reciproco sono essenziali per rafforzare l’efficienza e onorare la fiducia che i cittadini ripongono nelle Forze dell’Ordine e nelle Forze Armate”.