Non si placano le tensioni in val di Susa per le proteste dei no Tav. A San Didero, nel torinese, si sono sviluppati nuovi scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti. L’ala più oltranzista del movimento ha sferrato un attacco contro i militari in servizio a presidio del cantiere del nuovo autoporto di Susa, con petardi e bombe carta. I manifestanti hanno assaltato l’area sia al varco posto sul lato della statale sia nella zona est, a ridosso dell’autostrada. Qui hanno gettato sulla carreggiata legna e tronchi di albero, creando un potenziale pericolo per gli automobilisti in transito.
Non paghi, hanno anche lanciato pietre contro i reparti, ai quali gli agenti hanno risposto lanci di lacrimogeni e con l’uso degli idranti. Ci sarebbero almeno cinque feriti tra le forze dell’ordine. I disordini sono scoppiati dopo l’arrivo del corteo partito questo primo pomeriggio da Venaus nell’ambito del festival Alta Velocità. Al corteo hanno partecipato circa 1500 persone, tra questi anche gli attivisti Fridays for future. Qui, 50 di loro con il viso travisato e dietro la protezione di scudi, hanno prima agganciato alcune funi alla concertina e poi lanciato pietre e bombe carta contro gli agenti. Tutto questo mentre gli altri manifestanti applaudivano e gridavano slogan contro la polizia. I promotori principali sono il centro sociale Askatasuna, di cui 28 tra leader e attivisti hanno ricevuto proprio in questi giorni il rinvio a giudizio. Di questi, 16 sono accusati di associazione per delinquere, anche per fatti violenti contro i cantieri valsusini.
Il capogruppo della Lega a Palazzo Civico a Torino Elena Maccanti, e il commissario cittadino del partito, Fabrizio Ricca, dopo che sul sito del Comune di Torino è apparso l’annuncio del festival Alta Velocità che si tiene in Valle di Susa, hanno chiesto spiegazioni al sindaco di Torino: “Chiediamo al sindaco Lo Russo di chiarire come sia potuto accadere che il portale Informagiovani del Comune di Torino abbia promosso sul sito istituzionale e sui suoi social il festival No Tav di questo fine settimana a Venaus”. Gli esponenti della Lega concludono: “Il gruppo comunale della Lega manifesta solidarietà e consueta vicinanza alle forze dell’ordine e chiede ufficialmente che il sindaco Lo Russo, convinto sostenitore Si Tav, si dissoci con forza e dia immediati chiarimenti”.
Pasquale Alessandro Griesi, coordinatore nazionale reparti mobili Fsp polizia di Stato, è intervenuto a ilGiornale.it stigmatizzando fortemente l’ennesimo attacco contro gli agenti in servizio: “Come ogni giorno gli uomini e le donne della polizia di Stato mettono a repentaglio la loro vita per la tutela dell’ordine pubblico e la sicurezza di tutta la comunità. 50 delinquenti no Tav travisati, con scudi, hanno commesso il più grave dei delitti, quello di attentare alla vita umana. Agganciare cavi da una parte all’altra dell’autostrada, lanciando pietre e bombe carta contro le forze dell’ordine è un vero e proprio attacco allo stato e al bene più prezioso, la vita”.
Negli anni, come spiega Griesi “le forze dell’ordine in quella valle hanno pagato da sempre un duro prezzo”. Per questo motivo, “ora ci aspettiamo delle risposte concrete“. Pasquale Griesi, quindi, cita il filosofo Beccaria: “Uno dei più gran freni dei delitti non è la crudeltà delle pene, ma l’infallibilità di esse. La certezza di un castigo, benché moderato, farà sempre maggior impressione che non il timore di un altro più terribile, unito colla speranza dell’impunità”. Quindi, il coordinatore nazionale reparti mobili Fsp polizia di Stato conclude: “La certezza della pena verso questi delinquenti è un buon inizio per rasserenare e assicurare ad ogni appartenente alle forze dell’ordine che il loro lavoro e sacrificio non sia reso vano”.
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