“Sono nell’Arma da 39 anni, sono tanti, una vita. Ma sono disposto a rinunciare a tutto, al lavoro che amo e ho sempre amato, allo stipendio. Non mi sono vaccinato, ho scelto di non farlo avendo già avuto il Covid due volte e sono ancora qui, oltretutto mi ritengo un soggetto a rischio, già ricoverato al Celio con una emorragia cerebrale.
Il 7 gennaio prossimo sono stato diffidato a presentarmi alla vaccinazione, non lo farò e verrò sospeso come già accaduto ad altri 300 carabinieri in servizio nelle 58 stazioni di Roma”. Lo dice all’Adnkronos Massimo Borraccini, carabiniere dal 1983 e segretario nazionale di Unarma.
“Con questa stretta molti sono corsi a vaccinarsi, io non lo farò – continua – così come non lo ha fatto mio figlio, che fa l’operaio e che per la sua decisione è stato sospeso. Abbiamo un mutuo da pagare, tutto, ma sono convinto a portare avanti la mia decisione. E’ un ricatto e io non mi piegherò: tanti miei colleghi mi chiamano, dicendo che sono dovuti andarsi a fare la dose perché hanno una famiglia, tutti controvoglia. Io però ho la responsabilità di essere il segretario nazionale di un sindacato che non è contro il vaccino ma che da subito si è dichiarato pronto a difendere tutte le donne e gli uomini in divisa senza stipendio. Io devo dare l’esempio, essere uno di loro”.
“Io sono per il libero arbitrio, rispetto le decisioni di tutti. In passato dividevano i convogli ferroviari, gli autobus per chi era di colore, per noi che abbiamo scelto di non vaccinarci non è stato pensato nulla, ci hanno estromesso da tutto. Noi non ci vacciniamo perché non ci lasciano liberi. Ho parlato coi medici e sto continuando a parlare con loro, anche il mio medico mi corre dietro con la puntura – conclude Borraccini – mi ha detto che secondo lui devo vaccinarmi ma non mi ha prescritto nulla. I medici non ci ascoltano, nessuno lo fa”.