Un ex poliziotto che per 40 anni ha servito lo Stato e detenuto armi, si è visto notificare un diniego per il rinnovo della licenza di porto di fucile uso caccia, perché a quanto pare ritenuto inaffidabile nell’uso delle armi, a causa di frequentazioni con soggetti gravati da pregiudizi di polizia.
L’uomo, incredulo, sentitosi offeso per essere stato etichettato come “inaffidabile” dopo aver prestato servizio nella Polizia, ha preso visione degli atti del procedimento, nel quale risulta che in un solo episodio, durante una battuta di caccia e in compagnia di altri cacciatori, ha avuto contatti con un uomo che era stato denunciati per rissa.
L’ex poliziotto ha quindi deciso di ricorrere al TAR Calabria per ottenere l’annullamento del diniego di porto d’armi ad uso caccia, emesso dalla Questura di Cosenza e fino a quel momento regolarmente detenuto. Il Tribunale Amministrativo Regionale di Catanzaro, dopo aver appurato la contraddittorietà e alcuni difetti nell’istruttoria, ha dichiarato illegittimo il rifiuto, annullando la sentenza, e ha condannato l’amministrazione al pagamento di 5mila euro per le spese processuali. La tesi è stata accolta anche dal Consiglio di Stato, cui si era rivolto il Ministero dell’Interno.