Non ancora ventenne, era partito per la leva militare tra le fila del Regio Esercito rimanendo coscritto a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Carrista, fu dispiegato in Nord Africa, sopravvisse alla durissima battaglia ma fu fatto prigioniero e internato presso un campo di prigionia in Algeria.
Sarebbe tornato in Italia, dove era stato dato per morto in battaglia, solo a guerra finita, anni dopo essere partito. “Raccontava che si era presentato davanti a casa dei miei nonni, nel quartiere del Limone, senza avere il coraggio di bussare alla porta, per timore di provocare loro un crepacuore – ricorda il figlio Bruno Fratoni -. Si decise solo dopo aver chiesto ad un passante se i Fratoni abitassero ancora lì da dove era partito. Raccontava sempre dei tanti suoi coetanei mandati a morire con le baionette contro i mezzi corazzati”.
I funerali di Montello Fratoni si terranno martedì 9 novembre alla Spezia. La battaglia di El Alamein, secondo i dati del Ministero della Difesa, provocò la morte di 13.500 inglesi, 17.000 italiani, 9.000 tedeschi e fu una delle più decisive della seconda guerra mondiale.