Modica, assolto l’ex carabiniere accusato dell’omicidio di uno chef

Carabiniere Assolto

Dopo quasi due anni passati in carcere, è stato assolto con quella che viene definita ‘formula piena’ ovvero per non avere commesso il fatto. Davide Corallo, all’epoca carabiniere, è stato assolto dalla Corte di Assise di Siracusa dall’accusa di avere ucciso il 10 novembre del 2019, il cuoco modicano 57enne, Peppe Lucifora. La pubblica accusa aveva chiesto al condanna a 16 anni di carcere. Un episodio che lasciò sgomenta la città di Modica nella quale Lucifora era molto conosciuto; ‘chef’ a domicilio per diverse famiglie in vista, personaggio eccentrico, era impiegato come cuoco all’azienda sanitaria, ed era tra i ferventi animatori della festa religiosa di San Giorgio. Il suo corpo venne trovato chiuso all’interno di una stanza nella sua abitazione, di largo XI febbraio al quartiere Dente di Modica. Si pensò ad un delitto passionale. Fu tramortito da uno o più colpi al volto, per poi morire soffocato per strangolamento.  Non fu in grado di opporre resistenza.

Questo accertò l’autopsia che venne condotta dal medico legale Giuseppe Iuvara e dal tossicologo forense Pietro Zuccarello. Indagini complesse; la chiave di quella stanza non venne mai ritrovata; le telecamere delle vicinanze non ripresero alcun elemento utile alle indagini che vennero effettuate dai carabinieri, scomparso anche il telefonino di Lucifora.

Poi una serie di accertamenti condotti dal Ris di Messina, tra questi, una traccia del dna mista, di Lucifora e di Corallo che venne evidenziata nello scarico di un lavandino. E questa traccia è stata considerata la prova della frequentazione ‘tra Corallo e Lucifora e che secondo gli inquirenti avrebbe ricondotto la presenza di Corallo in casa del cuoco proprio nell’arco di tempo in cui venne consumato il delitto.

A distanza di alcuni mesi dal delitto, Davide Corallo 32 anni, il 15 giugno del 2020 venne arrestato, sospeso dall’Arma dei carabinieri nella quale prestava servizio, e da allora è rimasto in carcere, fino ad oggi. Una parte è data dalla storia processuale, l’altra invece da quella ‘esterna’, composta da una serie di ipotesi lanciate da conoscenti di Lucifora che hanno condotto gli inquirenti a piste inconcludenti e hanno suscitato anche la reazione piccata della famiglia Lucifora, parte civile nel processo, alle esternazioni del parroco amico del loro congiunto, che non credeva alla pista passionale e insinuava il dubbio di un movente economico o connesso alla droga. Un presunto testamento di cui non è emersa alcuna traccia reale e una situazione patrimoniale di Lucifora ben lontana dal potere innescare qualunque tipo di mira economica.

Definito il contesto probatorio, la Procura di Ragusa aveva richiesto il giudizio immediato sul quale la difesa aveva avanzato richiesta di rito alternativo condizionato. Un primo respingimento dal gup alla richiesta della difesa di Corallo rappresentata dagli avvocati Orazio Lo Giudice e Piter Tomasello, riproposta e accolta invece dalla Corte di Assise: giudizio condizionato alla integrazione probatoria testimoniale di due professionisti, il medico legale Maurizio Saliva e il biologo ed ex comandante del Ris di Parma, generale in congedo Luciano Garofano.

Assieme agli altri consulenti potrebbero essere stati determinanti nel contestare le tracce della presenza di Corallo in quell’abitazione. Oggi davanti alla Corte di Assise di Siracusa si è concluso un capitolo di questa storia, con l’assoluzione in primo grado di Davide Corallo che è stato immediatamente scarcerato. Le motivazioni sono attese entro il termine di 30 giorni.

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