Trovato il secondo covo di Matteo Messina Denaro. Lo hanno individuato i magistrati della Procura di Palermo e i carabinieri del Ros. Oltre all’apparamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto ieri, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all’interno di un’altra abitazione nella stessa area. È lì che l’Antimafia spera di trovare carte compromettenti sui suoi affari che non erano state ritrovate nel primo covo.
Nel frattempo, l’oncologo trapanese Filippo Zerilli è indagato nell’inchiesta sulla rete dei favoreggiatori del boss. Avrebbe eseguito l’esame del dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il padrino di Castlelvetrano doveva sottoporsi. Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra che gli avrebbe prestato l’identità e che, come Zerilli, è finito ora sotto inchiesta.
Il covo nascosto nel fondo di un armadio blindato
Una stanza blindata a cui si accede dal fondo scorrevole di un armadio: così si accede al secondo covo del boss Matteo Messina Denaro scoperto dai carabinieri e dal Gico della Finanza in una casa al primo piano di una palazzina di via Maggiore Toselli 34, a Campobello di Mazara. L’abitazione è di Errico Risalvato, 70 anni, assolto nel 2001 dall’accusa di mafia, ritenuto vicino al capomafia di Castelvetrano.
La prima ora d’aria
All’interno del penitenziario di massima sicurezza dell’Aquila intanto, il boss ha già fatto la sua prima ora d’aria, si è organizzato la cella ed è molto attivo, mostrandosi sempre sorridente con il personale che incrocia nel carcere, secondo quanto trapela da indiscrezioni che aggiungono: «Il suo sarebbe un comportamento anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al 41 bis». A quanto si apprende da fonti informate, le sedute di chemioterapia potrebbero essere disposte in massima sicurezza in una struttura all’esterno del carcere.