C’è anche il comandante della polizia metropolitana di Messina, A.T., tra le sette persone arrestate nella notte dai carabinieri al termine di una inchiesta per corruzione. Sono finiti agli arresti domiciliari anche componenti della polizia locale del comune di Letojanni, tra cui anche il comandante dei vigili del piccolo comune ai piedi della rocca di Taormina, A. M.. Nel provvedimento firmato dal gip di Messina Maria Militello ci sono anche un ispettore della stessa «municipale» di Letojanni, S.T., e la moglie G.C., la figlia del comandante e due imprenditori, A.N., amministratore della «Sos strade srl» e il titolare della «La car», definita dagli investigatori azienda satellite, e A.L.C..
Le accuse a vario titolo sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio. Disposto anche il sequestro della «Sos strade», società a responsabilità limitata che si occupa della sistemazione e pulizia delle strade dopo gli incidenti. Il titolare, A. N., secondo l’inchiesta della procura di Messina «aveva acquisito il monopolio nel settore», ma ci guadagnavano «anche due dei pubblici ufficiali che avrebbero ottenuto grossi guadagni».
L’indagine, partita dai sospetti dei carabinieri di un piccolo comune del Messinese, Mongiuffi Melia, dopo un incidente stradale, ha avuto l’importante apporto di un dipendente comunale che ha raccontato ai pm come funzionava il sistema.
I carabinieri avevano notato la stranezza dell’intervento di una pattuglia della polizia locale di Letojanni, pur non essendo quello un territorio di competenza. Sono stati effettuati accertamenti su altri incidenti simili in comuni limitrofi e perfino sulle strade provinciali, e si è scoperto che ad intervenire per ripulire la strada da versamenti di olio o dai detriti delle auto danneggiate era sempre la stessa ditta, la «Sos Strade srl», pur senza una convenzione, e che spesso ad intervenire era sempre la stessa pattuglia della Municipale di Letojanni, con gli stessi due vigili.
Si è accertato che, spiegano gli investigatori, c’era un «rapporto privilegiato» tra il titolare di quella ditta e i due agenti della Municipale di Letojanni. La ditta, a sua volta, utilizzava per gli interventi altre due ditte: la «Elta Service», le cui quote societarie erano della moglie dell’ispettore e della figlia del comandante; e la «La Car» che aveva il compito di rimuovere le auto incidentate.
Per l’inchiesta, il coinvolgimento del comandante della polizia metropoliana è dovuto al fatto che «in qualità di pubblico ufficiale (dirigente dell’ufficio), si sarebbe adoperato per consentire alla Sos Strade di avere il monopolio nel servizio di ripristino delle sedi stradali nel territorio della Città metropolitana di Messina, contribuendo ad assegnare gli interventi per il ripristino delle strade alla società indagata – mediante chiamata diretta – attivandosi per ottenere in favore di tale società i dati e i documenti necessari per consentire il recupero del compenso per i vari interventi, nonché redigendo moduli d’intervento falsi per consentire la liquidazione dei costi d’intervento, in cambio di varie utilità, consistenti in piccole regalie (quali una macchinetta del caffè, un telefono cellulare e mobili per l’ufficio) e nella promessa dell’assunzione della figlia».
Nell’inchiesta sono indagate altre quattro persone: l’amministratore di fatto di una società di Cosenza che avrebbe versato un assegno di duemila euro per sponsorizzare un convegno della «Elta service», «finalizzato invece ad indurre gli esponenti della polizia locale di Letojanni a rendersi disponibili alla conclusione di accordi illeciti per la fornitura di dispositivi di controllo della velocità degli autoveicoli (autovelox)», il rappresentante legale della scoietà posta sotto sequestro, un dipendente del comune di Santa Tersa Riva e il figlio.