C’è anche un parmigiano di 49 anni, P.E., stream manager di Hospes Srl di Verona – come riportato da Padova Oggi – tra i sei indagati nell’ambito dell’inchiesta portata avanti dal Nucleo veterinario di supporto areale nord di Padova e ai carabinieri del Nas, coordinati dal pubblico ministero Roberto D’Angelo hanno aperto un filone d’indagine legato alle mense dei militari nel Nordest.
Secondo i programmi di partenza i militari avrebbero dovuto alimentarsi con prodotti bio a pranzo e cena e usufruire di pasti cucinati in giornata. Di fatto secondo l’accusa si sarebbero nutriti con cibo “convenzionale” e soprattutto non cucinati in giornata. Tutto questo ha portato l’Arma ad indagare per frode in concorso nelle pubbliche forniture. Sei le persone indagate.
La società Elior Ristorazione Spa di Milano, in collaborazione con Hospes Srl di Verona, ha firmato un contratto con il Ministero della Difesa per la fornitura di pasti con prodotti biologici nelle caserme del Nordest per un importo complessivo di oltre 8 milioni di euro per tutto il 2022. Risultano indagati R. A. 57 anni residente a Milano, amministratore delegato di Elior Ristorazione e amministratore unico di Hospes.
Poi M. F,, 44 anni di San Giovanni Lupatoto (Verona), direttore area di Hospes e procuratore Elior Ristorazione. Quindi V. T., 49 anni residente a Vigasio (Verona), direttore generale di Elior Ristorazione; N.M., 56 anni di San Martino in Strada (Lodi) direttore tecnico di Hospes, e P. E., 49 anni di Parma, stream manager di Hospes. Infine, D.D.B. di 64 anni e residente ad Asolo (Treviso), direttore del centro di cottura di San Biagio di Callalta (Treviso).
I menu riportavano il simbolo del Bio, ma di fatto non era così. Le anomalie gli investigatori le hanno ravvisate alle caserme De Bertolini e Bussolin di Padova e al terzo Reparto aeromobili dell’Aeronautica militare di Treviso e al quinto Reggimento alpini Menini De Caroli di Vipiteno in provincia di Bolzano.
Secondo l’accusa, Elior Ristorazione ed Hospes hanno rifornito l’esercito solo del cibo “convenzionale”. Non solo, il contratto con il Ministero della Difesa era anche per la consegna di pasti cotti in giornata ma, ancora secondo l’accusa, carne e verdure sarebbero stati cucinati almeno 48 ore prima. Dettagli questi non in linea con le premesse di partenza.
Si sono scoperti i presunti raggiri a gennaio e giugno 2022. L’attività tecnica si è basata su intercettazioni telefoniche e appostamenti che hanno portato alla luce gli illeciti. Nel centro di cottura di San Biagio di Callalta capace di produrre fino a 2 mila pasti al giorno, gli investigatori attraverso un servizio di osservazione hanno scoperto che il sabato e la domenica non si lavorava. Quindi tutti i fine settimana le caserme ricevevano pasti e cene preparati almeno 48 ore prima.