Il Ministero della Difesa è stato condannato dal Tribunale civile di Roma al risarcimento dei danni per il decesso di G.R.T., morto a 60 anni dopo una lunga agonia a causa di un mesotelioma. L’uomo era stato esposto all’amianto nei sommergibili della Marina Militare durante il servizio di leva. Lo hanno annunciato l’Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, che si è occupato del caso giudiziario supportando la famiglia della vittima (la moglie e i due figli rimasti orfani in tenera età).
Il Tribunale ha stabilito un risarcimento di 1,5 milioni di euro, una cifra mai ottenuta per le vittime dell’amianto. Nella sentenza viene stabilito che il Tribunale “dichiara la responsabilità del Ministero della Difesa relativamente alla patologia cancerogena di mesotelioma peritoneale e alla conseguente morte di R.T.G. e per l’effetto condanna il Ministero della Difesa al pagamento in favore di G.C, R.T.M, R.T.R., a titolo di risarcimento, iure hereditatis, dell’importo di euro 774.891,64 oltre interessi legali ex art. 1284 co 1 c.c. dalla pubblicazione della sentenza al soddisfo, da distribuire tra gli stessi in ragione dei diritti di successione legittima; in favore di G.C, a titolo di risarcimento, iure proprio, dell’importo di euro 297.674,09 oltre interessi legali ex art. 1284 co 1 c.c. dalla pubblicazione della sentenza al soddisfo, in favore di R.T.R., a titolo di risarcimento, iure proprio, dell’importo di euro 465.455,76 oltre interessi legali ex art. 1284 co 1 c.c. dalla pubblicazione della sentenza al soddisfo”.
L’avvocato Bonanni ha dichiarato: “Con questa sentenza storica per l’importo liquidato finalmente è stato affermato il principio che i militari di leva esposti all’amianto in servizio nella Marina Militare, come nelle altre forze armate italiane, hanno diritto al risarcimento del danno”. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, già dal 2008, ha censito più di 570 casi di mesotelioma tra coloro che hanno svolto servizio nella Marina Militare italiana e si è mobilitato in favore delle vittime. È solo la punta dell’iceberg poiché, se si tiene conto di tutte le malattie asbesto correlate, il dato epidemiologico è molto più elevato.