I collettivi di Bologna hanno annunciato l’intenzione di presentare una denuncia martedì mattina in seguito a un presunto calcio tra le gambe di una ragazza inflitto da un poliziotto durante il corteo contro gli sgomberi di mercoledì. Questo gesto è stato etichettato come “violenza sessuale”. La foto che cattura questo momento è già diventata oggetto di discussione politica a Palazzo d’Accursio.
Come riporta il Corriere della Sera, il Partito Democratico (Pd) ha sollecitato un’inchiesta interna alla Polizia e ha chiesto chiarezza, definendo l’immagine come “indegna della divisa”. Anche la Coalizione Civica ha espresso il proprio disappunto, definendo la situazione una “vergogna”.
I dettagli della denuncia saranno esposti in una conferenza stampa organizzata dai collettivi, alla quale parteciperanno la ragazza coinvolta e le sue avvocate. La denuncia prende di mira un poliziotto, il suo caposquadra, il questore e il ministro, chiamati a rispondere a vario titolo di ciò che i collettivi considerano un’aggressione sessuale nei confronti di una studentessa. Si afferma che il poliziotto avrebbe inflitto un calcio violento nella zona pubica utilizzando anfibi con punte rinforzate. Secondo i collettivi, tali gesti non possono essere giustificati come legittime procedure di ordine pubblico, ma rappresentano un atto di violenza sessuale perpetrato da un uomo nei confronti di una ragazza disarmata nel corso della sua attività in divisa per conto dello Stato.
L’immagine che ritrae l’agente antisommossa è già diventata una questione politica. Detjon Begaj della Coalizione Civica l’ha esibita durante il Consiglio comunale di lunedì, definendola “una vergogna”. Anche il Pd ha condannato l’immagine, sottolineando l’importanza di preservare il valore della divisa e auspicando che un’inchiesta interna della Polizia possa far luce sull’evento.
Per quanto riguarda il calcio del poliziotto alla manifestante, non potrà mai essere qualificato come violenza sessuale perché quello che muove il presupposto del reato è la libidine ossia toccare in altro modo con un preciso intento. Quello che appare semmai potrebbe essere configurato come un gesto di percossa o lesione con l’eventuale aggravante di aver commesso il fatto con abuso dei poteri o violazione dei doveri di appartenente alla Polizia di Stato.
Sarà poi il magistrato a valutare nel caso, l’illiceità della condotta o se fosse giustificata da circostanze di tempo di luogo e di servizio.
In quella foto si vede solo un fatto ma non si vede quello che c’era prima, ossia come si è comportata la manifestante, se avesse fatto qualcosa contro il poliziotto.
La giurisprudenza ha specificato che il sesso evoca l’eros, ne è per certi versi sinonimo. Si può dunque sostenere che la natura sessuale dell’atto deriva dalla sua attitudine ad essere oggettivamente valutato, secondo canoni scientifici e culturali, come erotico, idoneo cioè a incarnare il piacere sessuale o a suscitarne lo stimolo, a prescindere dal fatto che proprio questo sia lo scopo dell’agente (cfr Cassazione Penale n. 40445/2018).
Si tratta dunque di situazioni che vanno valutate caso per caso e con estremo rigore al fine di escludere ogni ragionevole dubbio sul punto.
Si parla comunque di tocco (toccare con mano o altra zona erogena) che soddisfa la libidine del soggetto non ad esempio di un calcio che è tutta cosa diversa perché il tocco viene al tatto mentre il calcio no perché c’è la scarpa.