A Torino abbiamo assistito al peggio che attualmente si può trovare in strada, con i movimenti violenti che si nascondono dietro alla sigla No Tav, con i più insofferenti e incivili appartenenti ai centri sociali Askatasuna che da troppo tempo agiscono indisturbati.
Abbiamo assistito a diverse cariche di alleggerimento da parte della Polizia, indispensabili ahimè, ed infatti avvenute dopo la commissione di reati: si è in più occasioni disobbedito all’ordine dell’autorità che intimava agli occupanti di disperdersi e allontanarsi.
Come accade sempre in queste assurde occasioni, si cerca appositamente lo scontro: chi decide di affrontare un reparto inquadrato sa infatti benissimo che attaccare chi indossa l’uniforme provocherà inevitabilmente una risposta.
Anche se ciò, purtroppo, vuol dire per i servitori dello Stato essere strumentalizzati ai fini politici, in modo tale che i violenti da colpevoli possano passare per vittime grazie alla complicità di qualche politico di turno. E di più, chi attacca un reparto che deve garantire l’ordine lo fa per creare problemi, per fare male, per affermare la propria prepotenza.
Ieri abbiamo assistito all’ennesima vergogna: benché manifestare pacificamente sia un sacrosanto diritto che noi, proprio noi, garantiamo, nel 2013 c’è ancora c’è chi si “infiltra” per stravolgere tutto, spazzando via le ragioni di chi ha il diritto di esprimere le proprie opinioni pacificamente.
Oggi contiamo i soliti feriti fra i poliziotti, incolpevoli bersagli. Oggi padri di famiglia, cittadini, lavoratori, hanno ricevuto pugni, calci, sputi, insulti di ogni genere per aver adempiuto ad un atto d’ufficio. È questo quello su cui si dovrebbe riflettere, il resto è solo strumentalizzazione ipocrita.
Pasquale Griesi, Coordinatore nazionale reparti mobili FSP polizia di stato