«Ma come avete fatto a trovarmi?» Il boss della Mafia arrestato grazie a Google Street View

forze di Polizia
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«Ma come avete fatto a trovarmi? Non ho neanche mai chiamato la mia famiglia per 10 anni». Dopo una fuga durata 20 anni, e conclusasi il 17 dicembre scorso come avevamo raccontato, il boss della Mafia Gioacchino Gammino pare abbia chiesto alla polizia dove ha fallito la sua copertura. La risposta indiretta arriva dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, a capo delle operazioni di ricerca del criminale ora 61enne fuggito da Rebibbia (in modo a dir poco rocambolesco, durante le riprese di un film) nel 2002.

«Non è che passiamo le nostre giornate a guardare Google Maps per trovare i fuggitivi», ha spiegato Lo Voi al Guardian. «Ci sono state molte indagini che già ci avevano portato in Spagna. Eravamo sulla buona strada, e Google Maps ci ha aiutato a confermare le nostre indagini». Il riferimento è allo scatto che vedete in cima all’articolo, preso in realtà da Street View – il servizio di Google che permette di «navigare» nelle strade di tutto il mondo attraverso gli scatti fatti dalle Google Car -, dove si vede (a destra) il latitante parlare con un uomo davanti a un negozio di ortofrutta a Galapagar, una cittadina vicino a Madrid.

Era lì che Gammino si era rifugiato da anni, creandosi una nuova vita – con tanto di matrimonio – e un nuovo nome, Manuel Mormino. Il negozio «El huerto de Manu» era dunque il suo (sopra, in un’altra immagine presa da Street View), così come il vicino ristorante «La cocina de Manu» in cui Gammino, proprietario, faceva anche lo chef. Ed è qui che gli indizi presi da due piattaforme online si incrociano e portano all’arresto.

L’immagine dei due uomini che parlano davanti al negozio di ortofrutta è tuttora online, pubblica, e come ci ha fatto notare Google con i volti «blurrati» come da policy del servizio. Tuttavia gli investigatori, che evidentemente avevano già ristretto il cerchio della ricerca, hanno notato una rassomiglianza dell’uomo con i capelli bianchi con Gammino. Il riconoscimento definitivo del latitante è avvenuto tramite Facebook: seguendo la pista di Galapagar, gli inquirenti si sono imbattuti in un ristorante nelle vicinanze – La Cocina de Manu, appunto – sul cui account social appariva una foto di Gammino vestito da chef e riconoscibile attraverso una cicatrice sulla parte sinistra del mento.

La pagina è ancora online su Facebook ma della foto non vi è più traccia. Sia il negozio sia il ristorante – presente anche su Tripadvisor – sono chiusi (la foto di Street View risale al luglio del 2018) come conferma anche la scheda presente su Google 

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