Un ultimo gesto d’amore per la sua Gabriella, la donna con cui ha trascorso ultimi 18 anni. Quando ha capito che non poteva vincere la battaglia contro il male che lo avevo colpito, Fausto Conte, appuntato scelto qualifica speciale dell’Arma originario di Povegliano, sei giorni prima di lasciare la propria esistenza terrena si è sposato, nella sua casa di Sarone di Caneva, con la sua compagna di una vita. La cerimonia è stata celebrata lunedì della scorsa settimana dal vicesindaco del comune in provincia di Pordenone, Francesco Zoldani. Domenica sera purtroppo l’uomo venuto a mancare, lasciando nel dolore amici, colleghi e parenti.
[sc name=”facebook” ][/sc]Il ricordo dei figli
A condividere quel momento particolare, con la moglie Gabriella i loro figli Piergiovanni, 31 anni, Gabriele (29) e Veronicandrea (23). “Ognuno -racconta quest’ultima- ha un piccolo ricordo del papà. Ha aiutato tante persone ed era sempre positivo. A modo suo ci faceva capire quanto ci tenesse a noi”. Il pensiero dei figli va anche al personale sanitario delle cure palliative di Sacile e dell’ospedale di Pordenone, dove era stato ricoverato. “Li ringrazio -dice Veronicandrea- per tutto quello che hanno fatto per il papà”.
Una vita nell’Arma dei carabinieri
Fausto Conte aveva deciso di entrare nell’Arma sin da giovanissimo. A 17 anni, ancora minorenne, il padre gli aveva impedito di arruolarsi, ma l’anno dopo è comunque partito per Roma per indossare quella divisa che ha tenuto per oltre trent’anni, prima a Ferrara e poi a Trieste, quindi a Caneva, dove ha operato fino al 2000. Dopo qualche tempo al Radiomobile di Pordenone, ha prestato servizio negli ultimi quattro anni in stazione a Sacile. “Nella nostra casa di Sarone – ha concluso Veronicandrea – con il vivo ricordo di Fausto, rimangono due attestati. Sono due encomi con i quali l’Arma ha ringraziato mio papà per aver salvato nel 2009 e 2011, con la sua forza di persuasione e la sua prontezza, due persone. Siamo tutti orgogliosi per quegli episodi e per tante cose ancora che hanno caratterizzato l’esistenza e la vita professionale del nostro papà”