È morto a 41 anni dopo l’incidente in moto nella galleria di Montenero. Domenico Fuccia, appuntato scelto dei carabinieri in servizio alla scuola marescialli di Firenze, si era rialzato da solo dopo aver impattato con entrambe le ruote della sua Triumph contro il gradone laterale del tunnel ed essere stato sbalzato sui grossi tubi catarifrangenti.
Aveva parlato con la compagna, che lo seguiva dietro in macchina e si è fermata per soccorrerlo, tranquillizzandola. Poi, dopo sei ore, la morte in ospedale.
Fatali le emorragie interne per il militare dell’Arma, campano originario di Caserta, di ritorno da una giornata di relax al mare con la famiglia. In sella alla sua moto bianca, solo lievemente danneggiata sulla parte anteriore, attorno alle 20 di domenica scorsa stava percorrendo la corsia nord della Variante verso il capoluogo toscano, dove lavorava e abitava, e di lì a poco avrebbe imboccato la Fi-Pi-Li. Un urto «non a velocità sostenuta – spiegano alcuni testimoni – ma al massimo a 80-90 chilometri orari. È come se avesse avuto un mancamento».
Assistito dopo la caduta «contro tre tubi catarifrangenti» da due coppie di livornesi che lo seguivano in scooter e poi dai familiari, i volontari della Misericordia di Montenero, con l’ambulanza con a bordo l’infermiere del 118, lo hanno soccorso pochi chilometri dopo l’uscita della galleria, in una piazzola di sosta dove era stato accompagnato in macchina dalla compagna.
I soccorritori partiti dalla confraternita di piazza delle Carrozze, infatti, si sono precipitati inizialmente nel tunnel, visto che da lì erano arrivate le numerose chiamate al 112 da parte deegli automobilisti. Poi, dopo essersi fermati e aver trovato solo la moto, hanno proseguito per qualche chilometro dopo un ulteriore telefonata al numero di emergenza della compagna del carabiniere, che ha spiegato loro di averlo preso a bordo sulla sua auto per portarlo al sicuro, fuori dalla galleria, in un’area di sosta della Variante vicina allo svincolo di Montenero.
Poi la morte, nella notte: Fuccia era stato trasferito al pronto soccorso in condizioni disperate, visto che con il fianco destro aveva sbattuto violentemente contro i tre tubi Innocenti (coperti dai catarifrangenti) e per questo si temevano gravissime lesioni interne. Che purtroppo ne avrebbero provocato il decesso poco dopo il ricovero.
La salma, dopo la tragedia, è stata trasferita nell’obitorio della camera mortuaria dell’ospedale dove ieri mattina – su disposizione del sostituto procuratore Giuseppe Rizzo – è stato effettuato un esame esterno dal medico legale in attesa della restituzione ai familiari per il funerale.
Parla il giovane che ha assistito all’incidente: «È come se avesse avuto un mancamento»
«Non ho dormito la notte pensando all’incidente, è una tragedia. Io mi trovavo dietro di lui in scooter con la mia fidanzata e accanto a me c’era un’altra coppia di amici. Eravamo a metà della galleria di Montenero quando abbiamo visto la Triumph bianca davanti a noi spostarsi lentamente verso destra.
Poi l’impatto con le ruote parallele contro il gradone del tunnel, con la moto finita 30 metri in avanti e il motociclista sbalzato sui massicci tubi Innocenti catarifrangenti: ne ha colpiti tre. Non andava forte, al massimo a 80-90 chilometri orari, ed è come se avesse avuto un mancamento alla guida».
Luca Pavolini, rischiando di finire contro la potente “due ruote”, si è fermato ai margini della carreggiata della galleria per soccorrere per primo Domenico Fuccia, il carabiniere in servizio alla scuola marescialli di Firenze poi morto in ospedale sei ore dopo: «Alla compagna arrivata poco dopo – conclude il testimone oculare – ho poi raccontato come si era verificato l’incidente».