Come a guardie e ladri ma non per gioco. A Rimini sulla linea 11 del bus che collega la città romagnola con Riccione le resse sono all’ordine del giorno: ci sono i bagnanti, ci sono i vacanzieri carichi di valigie diretti in hotel o in stazione.
Bus lunghi anche diciotto metri stracarichi di persone, la maggior parte in piedi, che aspettano di scendere a due passi dal mare o dal centro a seconda della direzione. Prede predilette dai borseggiatori che spesso nel più classico dei furti con destrezza razziano le tasche degli ignari (o distratti) turisti, giovani o anziani che siano.
È così da anni e da anni Mauro Vagnini, agente della Polizia penitenziaria di Rimini, quando è fuori servizio, lontano dal carcere, veste i panni del «supereroe» sulla linea undici e incarna la peggiore delle nemesi dei borseggiatori. «Oddio Mauro no, aiuto!», ha urlato la scorsa domenica pomeriggio una borseggiatrice appena scesa dall’autobus in direzione Riccione dopo esserselo trovato davanti assieme a due carabinieri.
Fermati 167 ladri
Di ladri e ladruncoli Vagnini, sempre rigorosamente libero dal servizio, ne ha fermati ben 167. L’ultima volta, come si diceva, è accaduto nell’ultima domenica di luglio. Lo ha raccontato lui stesso sui social: «Un pomeriggio di caldo tropicale con un’umidità che fa sudare anche da fermi, non si muove una foglia. Vedo tre persone scendere da un autobus». È quello della linea 11.
«Dove sali vestito e ne scendi nudo». Nel terzetto figura anche la donna che poco dopo avrebbe riconosciuto Vagnini mettendosi le mani nei capelli per la disperazione. Ma il riconoscimento è reciproco. «Riconosco una ladra certificata doc», scherza. «Gli altri 2 non erano angeli, certo. Ma la ladra estrae dalla borsa un portafoglio marrone appena rubato, si spartisce il contenuto con gli altri due. Allora mi avvicino piano piano lei mi vede, cambia colore in faccia mi riconosce e urla. Mentre la prendo per una mano con l’altra lancia il portafoglio come se fosse un frisbee».
La refurtiva restituita
Vagnini ha operato in sinergia con i carabinieri che pattugliavano in quel momento la zona, che hanno poi provveduto a denunciare la donna, una 43enne di origine bosniaca, in stato di libertà mentre i suoi complici sono riusciti a dileguarsi nel nulla. Ma in compenso l’agente di polizia penitenziaria ha potuto restituire la refurtiva alla vittima, un pensionato, a cui la 43enne l’aveva sottratta. Un portafoglio pieno di documenti e di banconote per un valore complessivo di 600 euro. «Appena gliel’ho restituito- racconta Vagnini – ha esultato come se avesse segnato un gol in una finale mondiale e ha ringraziato le forze dell’ordine».