COMUNICATO STAMPA SINDACATO AUTONOMO POLIZIA (SAP)
Nella mattinata di domenica 27 febbraio a Torino, durante un corteo di anarchici, organizzato per chiedere la liberazione di quattro squatter arrestati un anno fa in Spagna, sono emerse nuove tensioni con gli agenti di Polizia preposti a gestire la manifestazione, alla quale avrebbero preso parte duecento persone.
Partita dal consolato spagnolo in piazza Statuto, il corteo è proseguito fino a sera arrivando ai Giardini Reali. Qui sembrerebbe che una quarantina di antagonisti hanno accerchiato una pattuglia, a seguito del fermo di uno dei manifestanti operato dalla DIGOS per un’identificazione. Ne sono scaturiti atti di violenza.
Nel caos che si è generato sono partite sassaiole e bottigliate contro gli agenti, che sono stati costretti ad indietreggiare. In seguito alcuni di questi manifestanti sono stati portati in Questura per l’identificazione. Non contenti, gli anarchici hanno raggiunto la sede Istituzionale urlando slogan contro la Polizia.
Risultato della giornata, alcuni colleghi feriti, per i quali esprimiamo la nostra vicinanza, aggressioni gratuite, sputi, pietrate e oggetti contundenti contro in offesa degli agenti.
“I rischi a cui sono stati esposti i colleghi sono inaccettabili. Non si possono subire passivamente le aggressioni dei professionisti del disordine. La sicurezza degli operatori delle forze dell’ordine è pari a quella di chiunque altro. Quando un pubblico ufficiale viene aggredito, l’uso della forza è legittimo e non si deve avere timore di esercitarlo.” Dice Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP. e di tensione contro le Forze dell’Ordine. E’ stato così immediato l’intervento di due squadre del reparto Mobile, allertate dai colleghi della DIGOS. La Polizia si è dunque adoperata per fermare la manifestazione.
“Comprendiamo che chi ha la responsabilità dell’ordine pubblico tema strumentalizzazioni e attacchi politici ma non è per questo che si debba derogare alla sicurezza degli operatori. Da operatori di polizia ben sappiamo che la nostra professione è rischiosa ma non ciò non significa che sia legittimo subire passivamente varie forze di violenza. Abbiamo il diritto di salvaguardare la nostra saluta e tornare a casa dalle nostre famiglie tutti interi. Non siamo cittadini di serie B.
Un Paese può considerarsi libero, democratico ed evoluto se è in grado di tutelare i propri servitori: la sicurezza degli operatori è importante tanto quanto la garanzia dell’ordine pubblico.
Infine, auspichiamo che sia stato autorizzato l’uso delle bodycam al fine di accertare la verità dei fatti e che nessuno abbia tentato colpevolmente di celarli”.