Quest’anno abbiamo celebrato i primi 160 anni dell’Esercito Italiano.
È il 4 maggio del 1861 quando il Ministro della guerra Manfredo Fanti “rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l’antica denominazione d’Armata Sarda”. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, l’esercito sabaudo per fortuna non esiste più e oggi possiamo contare su una moderna organizzazione militare, posta a difesa di uno Stato democratico.
Quello che qui preme sottolineare è che la ricorrenza giunge mentre è in corso un difficile processo di sindacalizzazione, che potrà però realizzare fino in fondo il principio costituzionale di democraticità delle Forze armate sancito a chiare lettere nell’art. 52 della Costituzione. Con la storica sentenza n. 120 dell’11 aprile 2018, la Corte costituzionale ha cancellato l’anacronistico divieto di organizzazione sindacale – che di fatto relegava tutti i militari a cittadini di serie B, privati persino in larga misura del diritto alla libera espressione del pensiero – e passato la palla al legislatore per la definizione dei ragionevoli limiti dell’azione del sindacato, dopo aver opportunamente escluso lo sciopero dai mezzi di lotta.
È utile rilevare che l’ostilità alla riforma è normalmente fondata sul pregiudizio che la sindacalizzazione produca inefficienza. La fallacia dell’argomentazione è dimostrata da una semplice constatazione: non abbiamo notizia che gli eserciti dei Paesi del Nord Europa, storicamente aperti al sindacalismo militare, siano meno efficienti del nostro. Il sindacato potrà al contrario costituire uno stimolo al miglioramento dell’organizzazione: più trasparenza, maggiore attenzione per le condizioni di lavoro, una dialettica democratica equilibrata, nuove forme di controllo sulle decisioni non potranno che giovare all’apparato militare, nell’interesse della collettività e a tutela dei diritti dei cittadini con le stellette.
Per festeggiare nel migliore dei modi questo anniversario sarebbe bello che la politica manifestasse l’impegno ad approvare al più presto una buona disciplina sul sindacato militare, per rendere effettivo un diritto troppo a lungo e ingiustamente negato.
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
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