«Il cielo non è così grande come sembra. Il cielo è piccolo e tu devi controllare tutto quello che c’è». Il maresciallo ordinario Lucrezia Pisanu ha trent’anni, è originaria di Oristano ed è arrivata al 16° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti lo scorso 9 gennaio. «Diluviava, c’era un freddo gelido. Non ero mai stata a Rieti, ma mi sono trovata subito a mio agio, è una città a misura d’uomo proprio come la mia».
Tuta da pilota, stivaletti d’ordinanza e capelli raccolti in uno chignon, parla spedita di un lavoro che prima di essere una grande passione è un percorso di grande tenacia: «Forse è la mia migliore qualità, non mi scoraggio e vado dritta verso il mio obiettivo». Tra i militari che lavorano al 16° Nec di via Marco Curio Dentato ci sono anche quattro donne: un appuntato Scelto, una civile, una specialista di elicotteri che si occupa della manutenzione tecnica e il maresciallo Pisanu, che gli elicotteri li pilota.
Le origini. «Non ho nessun militare in famiglia, non sapevo nulla di questa vita. Sono entrata nell’Esercito a 21 anni, per capire se fosse una strada adatta a me». In quel primo anno di formazione, Lucrezia capisce che il suo futuro sarà nell’Arma dei Carabinieri: «Ho pensato che la vicinanza verso il cittadino e la risoluzione dei problemi al fianco della cittadinanza fossero il modo che mi era più affine per servire il mio Paese». Poi la laurea in giurisprudenza, come «naturale conclusione del mio percorso di studi», dunque la prima esperienza nella Compagnia di Pozzuoli. Ma è al ritorno in Sardegna che per Lucrezia si prospetta – è il caso di dirlo – la possibilità di spiccare il volo. Si aprono due posti da elicotterista, solo due in tutta l’Arma. «Ho pensato di provare. Sono un’appassionata di motori, una motociclista. Ma non ero mai neppure salita su un elicottero, li avevo visti solo da lontano, come fossero parte di un sogno che sarebbe potuto diventare realtà».
La selezione è durissima: «Ci sono tanti step, per prima cosa quello fisico: le vertigini, l’analisi dei vestiboli, la vista, i test psichiatrici e psicologici». Tanta teoria, la conoscenza della macchina, la lunga parte attitudinale a Pratica di Mare, poi il duro addestramento per il reparto speciale: «È un percorso molto difficile ma non mi sono mai scoraggiata, anche grazie al fondamentale supporto dei colleghi». Ad aprile dell’anno scorso, a Frosinone, l’emozione del primo volo “da solista”: «Ero concentratissima, sapevo esattamente quello che dovevo fare: il volo si studia, si pianifica in ogni dettaglio, e anche se l’ultima decisione spetta al pilota, le manovre sono tutte scritte».
Il traguardo. All’atterraggio, «quando mi sono accorta che ce l’avevo fatta», sono arrivate le congratulazioni di tutti i colleghi sulla pista, «perché il battesimo dell’aria è una festa collettiva, un traguardo condiviso da tutti». Nel settembre 2022, arriva il brevetto di pilota militare di elicottero, mentre prosegue il completamento dell’iter addestrativo previsto dal Raggruppamento Aeromobili Carabinieri di Pratica di Mare, finalizzato ad acquisire la capacità operativa su velivoli dell’Arma dei Carabinieri. «Paura? Certo, c’è sempre, ma quella sana: aiuta a non essere mai superficiali».
Le difficoltà ci sono, ma superarle è parte integrante del mestiere: «Mai colpevolizzarsi: non importa se hai sbagliato, devi solo sistemare l’errore per riprendere la condizione ottimale». Figlia unica di una famiglia «che mi ha trasmesso i valori di lealtà, legalità e rispetto per il prossimo», Lucrezia Pisanu è una donna indipendente a cui non hanno mai pesato spostamenti o allontanamenti da casa: «Fa parte del mestiere che ho scelto. In quanto all’amore, quello rimane invariato, ad ogni distanza».
E mamma e papà non fanno un frizzo, quando comunica loro la decisione di diventare un pilota militare: «A 16 anni guidavo già la moto da strada, mi hanno risposto che mi ci vedevano nel ruolo di elicotterista e sono stati felici per me. Gli amici invece mi hanno festeggiata in maniera più goliardica». Difficoltà o discriminazioni in quanto donna? «Nessuna, a parte la telefonata di una signora che mi ha risposto che le donne nei Carabinieri non esistono. Naturalmente ci ho riso su. Per il resto, abbiamo equiparazione di stipendi e carriera. Nel mondo militare la parità esiste, forse nel civile ci sono ancora passi da fare». ilmessaggero.it