Le testimonianze dei poliziotti sotto l’assalto dei violenti: “Ci tirano addosso di tutto, un miracolo uscirne vivi”

Carabinieri aggressione

Le testimonianze dei poliziotti che hanno affrontato le piazze di Bologna e altre città negli ultimi giorni offrono uno spaccato crudo e realistico di ciò che significa essere in prima linea durante manifestazioni che degenerano in violenza. Ciò che emerge dalle loro parole è un mix di orgoglio per la missione svolta, frustrazione per la mancanza di riconoscimento e la consapevolezza dei rischi che affrontano quotidianamente.

La preparazione e il contesto

I poliziotti, come riporta un articolo del quotidiano ilgiornale.it, descrivono con dettaglio come si pianifica una manifestazione: dall’analisi degli scenari e dei punti sensibili, alla definizione delle regole d’ingaggio. Ma nonostante la preparazione, spesso ci si ritrova in svantaggio numerico e di mezzi. La mancanza di dialogo con gli organizzatori è considerata un chiaro segnale di possibili scontri.

Gli agenti sono chiamati non solo a mantenere l’ordine, ma anche a interpretare e comprendere le dinamiche sociali dietro la protesta. «Noi andiamo in piazza per fare i sociologi, gli psicologi», spiega un poliziotto. Tuttavia, distinguere tra chi manifesta pacificamente e chi è lì per fare violenza è una sfida continua.

La violenza e il rischio personale

La violenza contro le forze dell’ordine è un tema centrale. Racconti di bombe carta, sprangate, massi e fumogeni lanciati contro gli agenti sono un tragico promemoria dei rischi che corrono. Episodi come quello del collega che perse due dita per proteggere dei disabili evidenziano il sacrificio personale che molti affrontano.

L’odio diretto agli agenti, spesso percepiti come simboli di repressione, è un altro elemento che pesa psicologicamente. Un poliziotto racconta del gesto provocatorio di un denunciato che, rilasciato poco dopo, torna in piazza a sorridergli beffardamente. Questo senso di impotenza, aggravato da un sistema che sembra a volte inefficace nel gestire le conseguenze legali, aumenta il malessere tra le forze dell’ordine.

La missione e il senso del dovere

Nonostante le difficoltà, chi sceglie questa professione lo fa per vocazione, spiega un altro agente. «Il poliziotto è uno che accetta una missione». Non si tratta solo di mantenere l’ordine pubblico, ma anche di proteggere la libertà di chi manifesta, garantendo la sicurezza di tutti, indipendentemente dalle loro opinioni. È un equilibrio difficile da mantenere, reso più complicato da uno stipendio che non rispecchia i rischi affrontati.

Una riflessione necessaria

Questi racconti mettono in evidenza il bisogno di un supporto maggiore per le forze dell’ordine, sia in termini di risorse che di riconoscimento pubblico. Evidenziano anche la complessità delle dinamiche in piazza, dove confluiscono tensioni sociali, politiche e personali. È necessario un dialogo più profondo tra istituzioni, cittadini e chi indossa una divisa, per ridurre la violenza e ristabilire un clima di fiducia reciproca.

One thought on “Le testimonianze dei poliziotti sotto l’assalto dei violenti: “Ci tirano addosso di tutto, un miracolo uscirne vivi”

  1. Onore alle forze dell’ordine. L’ex capo della polizia,Gabrielli , consulente del sindaco Sala , non ha perso occasione per poter starsi zitto. Una vergogna.

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