Il 31 agosto scorso, in piazza Dante, aveva deciso di forzare il lucchetto di una bicicletta legata a un palo (nel frattempo mai reclamata da nessuno e quindi, di fatto, abbandonata), ma grazie a un passante che ha subito avvertito la polfer è stato arrestato dopo un inseguimento rocambolesco in viale Carducci, con un agente della polizia ferroviaria che per assicurarlo alla giustizia si era perfino fatto dare uno strappo da uno scooterista.
È stato condannato in rito abbreviato a quattro anni e quattro mesi di reclusione ad un quarantatreenne livornese: il reato ipotizzato dalla procura, e confermato dal tribunale, è stato quello di rapina impropria: l’uomo, che è nato a Viareggio, per cercare di scappare dai poliziotti diretti dal sostituto commissario Fabrizio Maestrini avrebbe infatti lanciato il mezzo a due ruote contro uno di loro, circostanza che a giudizio degli inquirenti aveva aggravato (e non di poco) la sua condotta, da furto a rapina.
Il giudice per le indagini preliminari, su richiesta del pubblico ministero, lo ha quindi condannato per quest’ultimo reato, nonostante l’avvocato difensore avesse chiesto il non doversi procedere per la rapina impropria, in quanto la bicicletta parcheggiata in piazza Dante, come anticipato mai reclamata da nessuno, a suo dire doveva essere considerata alla stregua di un oggetto abbandonato, un bene senza un proprietario e per altro di scarso valore.
Come se, insomma, il quarantatreenne l’avesse rimossa dal degrado che arrecava alla piazza di fronte alla stazione. Sarebbe quindi rimasto solo l’eventuale reato di resistenza a pubblico ufficiale, dal momento che poi l’ha lanciata contro il poliziotto che lo stava inseguendo.
All’indomani dell’arresto l’uomo era stato ristretto in regime di misura cautelare agli arresti domiciliari e nei giorni scorsi c’è stata la sentenza di condanna in rito abbreviato, con lo sconto automatico di un terzo della pena. Ma l’avvocato Giribaldi annuncia ricorso in appello. Iltirreno.it