mondo della polizia penitenziaria è in lutto per Silvia Ravasco, l’agente morta al policlinico di Tor Vergata dopo essere precipitata dal parcheggio del centro commerciale di Roma Est mentre era in sella al suo scooter. Secondo le prime informazioni, sembra che la donna sia scivolata, finendo contro le barriere poste a protezione dei parcheggi, precipitando quindi dalla rampa. Sul caso indaga la polizia che nonostante la dinamica apparentemente chiara non vuole tralasciare nessuna ipotesi. Nemmeno quelle legate al lavoro della donna.
I testimoni e le indagini sull’incidente
Ravasco era mamma due figli di 14 e 18 anni. Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, la scooterista avrebbe perso il controllo del mezzo forse a causa dall’asfalto bagnato sul parcheggio del centro commerciale. Una tesi avvalorata anche da una testimoni che ha parlato con RomaToday: “Ero in macchina e abbiamo visto lo scooterone passarci davanti. Non andava veloce in un primo momento. Si vedeva però che non era stabile. Prima ha urtato un’auto poi ha nuovamente accelerato ed è finita contro il parapetto, cadendo di sotto. Abbiamo pensato ad un malore. O forse ha perso il controllo dello scooter a causa dell’asfalto bagnato, o le si era incastrato il guanto nell’acceleratore. Non lo so”.
La testimone ha poi aggiunto anche un altro elemento: “Il parcheggio era pieno. C’era molta gente domenica. Quasi tutti i posti erano occupati”. In sostanza se una eliambulanza fosse decollata, non sarebbe potuta atterrare lì. Fatto sta che Ravasco sarebbe caduta per 13 metri. La polizia che indaga vaglia tutte le ipotesi, anche quelle legate al mondo del lavoro. L’agente era impiegata presso il N.I.C. di Roma, precedentemente ha prestato servizio presso l’istituto penitenziario di Rebibbia femminile. Al nucleo investigativo centrale si era occupata anche di indagini su criminalità organizzata e terrorismo. Prestava servizio anche nella scuola Giovanni Falcone che si trova in via di Brava.
I funerali di Silvia Ravasco
La salma sarà presto restituita alla famiglia. I funerali sono stati fissati per venerdì prossimo. Già in tanti si sono dati appuntamento per il 9 dicembre, alle 10:30, presso la chiesa di Santa Bernadette a Colli Anieni, il quartiere di Silvia Ravasco. In molti le volevano bene. Era iscritta al sindacato Sinappe, anche se ultimamente non dedicava molto tempo a quelle attività.
“Silvia era una donna e una mamma dolcissima, una poliziotta affidabile, presente, responsabile, che non si è mai tirata indietro nel lavoro e nella vita, con grande senso del dovere e di abnegazione. Ai famigliari le più sentite condoglianze della segreteria generale del Si.N.A.P.Pe”, il cordoglio del sindacato. “Esprimiamo il nostro cordoglio e le nostre condoglianze ai familiari di Ravasco. La nostra vicinanza va anche ai colleghi del nucleo dove prestava servizio.
“A quanto risulta dalle prime dichiarazioni rilasciate dai testimoni alla magistratura e che sono trapelate agli organi di stampa, si sarebbe trattato di un tragico incidente senza la responsabilità di terzi. Siamo certi che le tante persone che hanno assistito alla caduta della collega dall’ultimo piano del parcheggio sopraelevato del centro commerciale, sapranno offrire ai magistrati gli elementi utili per fare chiarezza su una morte assurda”, il commento del sindacato FP CGIL Polizia Penitenziaria.
In tanti, sui social, hanno voluto ricordarla. Angela, la sua amica più cara, la conosceva benissimo: “A febbraio avresti dovuto dare la tesi per la tua laurea. Tutti hanno potuto conoscerti per quello che eri, così come tutti gli altri colleghi e colleghe. Hai lasciato un vuoto dietro di te senza misura”.
E sono decine i messaggi dei colleghi: “Ci conosciamo da un po’ grazie alle zoom e poi qualche settimana fa ti ho conosciuto a Roma ad un evento di formazione. Eri e resterai una luce con quel sorriso emanavo gioia e luce. Non mi capacito”, il messaggio di Valentina. “Quando ti ho conosciuta sono rimasta colpita dalla solarità, dalla disponibilità verso il prossimo, dalla tua grandissima intelligenza e voglia di vivere”, il messaggio di Sonia. I colleghi della polizia penitenziaria hanno avviato una raccolta interna di fondi per sostenere i suoi figli.