La senatrice Ilaria Cucchi e l’Alleanza verdi sinistra rilanciano: codici identificativi sulle divise degli agenti

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La senatrice Ilaria Cucchi e l’Alleanza verdi sinistra rilanciano: codici identificativi sulle divise degli agenti. Presentato un ddl al Senato. La proposta rossoverde però non vuol essere punitiva nei confronti degli agenti, ma semmai a tutela degli stessi

È una storica battaglia della sinistra, perlomeno quella che visse le drammatiche giornate di Genova al social forum del 2001. Adesso l’Alleanza verdi sinistra ci riprova, con Ilaria Cucchi e Peppe De Cristofaro. Presentando un ddl al Senato per chiedere i codici identificativi sulle divise degli agenti, oltre alle bodycam. Non ci sono solo i fatti di 21 anni fa, alla scuola Diaz e a Bolzaneto: da Stefano Cucchi a Federico Aldrovandi, da Giuseppe Uva e Riccardo Magherini, solo per citarne alcuni, i casi di violenze e uccisioni a opera di uomini in divisa non sono stati pochi negli ultimi anni.

“Sappiamo benissimo che col clima che c’è al momento ci saranno nei prossimi tempi svariate manifestazioni. Proprio per questo – dice la senatrice Cucchi – diventa urgente prevedere qualcosa che esiste già in quasi tutti gli altri Paesi e che invece da noi, per le solite ragioni, continua ad essere negata”.

La proposta rossoverde però non vuol essere punitiva nei confronti degli agenti, ma semmai a tutela degli stessi: “L’introduzione di questa legge e fondamentale – continua Cucchi – non solo per i manifestanti e le possibili vittime, perché assistiamo a scene terribili, come gli episodi della Sapienza dove ragazzi disarmati che erano lì per manifestare pacificamente e sono stati manganellati sulla testa, ma anche e soprattutto per le stesse forze dell’ordine, che non devono essere accomunate nell’immaginario collettivo ai loro colleghi che commettono errori imperdonabili”.

De Cristofaro, sottosegretario alla Pubblica istruzione del Conte bis, aveva già proposto un disegno di legge simile quando era senatore di Sel, quasi dieci anni fa. Allora si chiedeva di apporre sul casco dei poliziotti, “sui due lati e sulla parte posteriore”, una sigla univoca “che consenta l’identificazione dell’operatore che lo indossa”. Con la destra al governo appare difficile riuscire a far passare il provvedimento, ovviamente, così come accadde allora. Ma per verdi e sinistra è comunque l’occasione di rimarcare il proprio posizionamento politico.

repubblica.it

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