Il SIULM, (Sindacato Interforze che annovera al suo interno personale delle Forze Armate e le delle Forze di Polizia ad Ordinamento Militare quali Carabinieri e Guardia di Finanza) chiede a gran voce, a tutti gli schieramenti politici, maggiore interesse per le problematiche dei cittadini in uniforme.
In particolare, lascia perplessi che l’attenzione evidenziata per l’equiparazione degli stipendi degli insegnanti italiani a quelli europei, non sia stata dedicata anche per gli uomini che vestono una divisa e dedicano ogni giorno la propria vita alla sicurezza dei cittadini e delle Istituzioni. Il SIULM ritiene necessario ricordare a tutti che gli stipendi dei militari/poliziotti italiani sono di gran lunga inferiori rispetto ai loro colleghi europei.
In questo delicato momento economico ed in vista dell’autunno, che notoriamente riserverà ulteriori ed insostenibili rincari (inflazione a + dell’8% su base annua), i militari e le loro famiglie si troveranno ad affrontare rincari insopportabili.
I militari sono stanchi, si sta assistendo ad un inesorabile appiattimento stipendiale anche in virtù dei vari bonus elargiti dal governo Draghi, ma che hanno riguardato solo una piccolissima percentuale di soldati, avieri, finanzieri, carabinieri e marinai. C’è bisogno di un’attenzione specifica e particolare per il mondo in divisa.
Per le ragioni sopra esposte, questa organizzazione sindacale militare ritiene che il futuro Governo debba prendere in esame la situazione stipendiale del Comparto Sicurezza /Difesa e porre in essere un opportuno provvedimento che riduca il costante impoverimento della categoria.
A tal proposito, e senza entrare nello specifico, c’è bisogno di parlare di progressione di carriera, gradi e parametri stipendiali collegati, detassazione degli straordinari, indennità accessorie, FESI/premio di produzione, e con un lieve alleggerimento fiscale consentirebbe immediatamente, almeno in parte, il potere d’acquisto delle famiglie dei militari.
L’occasione è propizia per ricordare che Militari e forze di Polizia subiscono importanti limitazioni nell’esercizio delle proprie libertà quindi penalizzati rispetto ad altre categorie di lavoratori. A titolo esemplificativo citiamo l’impossibilità di esercitare altre professioni che, in alcuni casi, si concretizza anche nella limitazione da parte del marito/moglie di esercitare attività commerciali nella sede di servizio del coniuge, anche l’inserimento del coniuge di un militare che per ragioni di servizio viene trasferito in altra località, costringendo la famiglia a dipendere da un solo introito reddituale, etc. , etc.
Occorre richiamare alla memoria quanto, insieme ad altre categorie di Dipendenti Pubblici, l’operato dei Militari sia stato apprezzato ed elogiato nel delicato momento del picco della pandemia da COVID-19. Dispiace ricordare che, alle tante parole spese a favore dei cittadini in divisa, sia seguito un contratto di lavoro (peraltro già scaduto) più che deludente che ha previsto in alcuni casi anche aumenti di 1 € al mese.
Ci auguriamo vivamente che il nostro appello non cada nel vuoto e scuota l’ambiente politico al fine di far valutare con attenzione la questione “stipendi” di tutto il personale Militare italiano.