Certamente non è una risposta alla guerra in Ucraina, ma arriva al momento opportuno”. Queste le prime parole di Josep Borrell, numero uno della diplomazia europea, dopo il via libera dei ventisette ministri Ue della Difesa alla Bussola strategica. Il documento, che apre a un sistema coordinato per la difesa militare dei Paesi membri, porterà a un risultato tangibile solo nel 2025, quando entrerà in funzione la Capacità Ue a schieramento rapido. Quello che in tanti attendevano come un esercito europeo non sarà altro che una brigata composta da 5 mila soldati messi a disposizione dagli Stati membri.
“Non vogliamo creare un esercito europeo”, ha chiarito Borrell in conferenza stampa. “Ogni Stato manterrà il proprio esercito, ma dobbiamo lavorare insieme per coordinare meglio le nostre spese militari”, ha aggiunto l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera. In effetti nel 2020 i ventisette Paesi Ue hanno speso la cifra record di 198 miliardi di euro in sistemi di difesa militare, una somma pari a circa l’1,5% del Pil europeo. “È quattro volte quella della Russia”, ma anche “una spesa maggiore a quella della Cina”, ha detto Borrell. Tuttavia, ha aggiunto, “di certo non spendiamo con la stessa efficienza” dei russi e dei cinesi. Di qui l’obiettivo di “spendere meglio” i fondi destinati alla difesa “evitando i doppioni”, ma anche rispettando la recente dichiarazione di Versailles che invitava gli Stati membri ad incrementare la spesa militare.
Nella versione finale della Bussola strategica, approvata dai ministri della Difesa dopo due anni di negoziati, sono stati aggiunti riferimenti agli ultimi avvenimenti in Ucraina che “hanno riportato la guerra in Europa”. “La guerra di aggressione della Russia costituisce un cambiamento tettonico nella storia europea”, si legge ancora nel documento che mette in luce come l’azione di Mosca “violi gravemente il diritto internazionale e i principi della Carta delle Nazioni Unite” mettendo a rischio “la sicurezza e la stabilità europea e mondiale”.
“Davanti al mondo che dobbiamo affrontare, dobbiamo intensificare i nostri sforzi per prepararci alle crisi e alle minacce e per proiettare stabilità nel nostro vicinato e oltre”, si precisa nel testo. “La forza dell’Ue nel prevenire e affrontare i conflitti esterni e le crisi risiede nella sua capacità di utilizzare mezzi sia militari che civili. Dobbiamo essere in grado di agire prontamente in tutti i campi operativi: a terra, in mare e nell’aria, così come nel cyberspazio e nello spazio”. Un’ambizione importante che probabilmente richiederà presto un incremento di mezzi e risorse comuni.