Trentaquattro militari della Kosovo Force, una forza militare internazionale guidata dalla Nato (Kfor), sono rimasti feriti nei gravi scontri fra le truppe e i dimostranti serbi a Zvecan, nel nord del Paese. Tra questi, 14 sono italiani: tre sono gravi ma non in pericolo di vita, avrebbero riportato ustioni e fratture.
“Atto irresponsabile e inaccettabile, non tollereremo ulteriori attacchi”, ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Voglio esprimere solidarietà ai militari che continuano a impegnarsi per la pace”, ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
I militari italiani feriti in Kosovo sono alpini
Appartengono al nono Reggimento alpini L’Aquila i militari italiani feriti rimasti feriti nei gravi scontri fra truppe Nato e dimostranti serbi a Zvecan, nel nord del Kosovo. Lo riferisce lo Stato Maggiore della Difesa, confermando che i militari del contingente italiano hanno riportato ferite da trauma e ustioni dovute all’esplosione di dispositivi incendiari.
I feriti, subito soccorsi dalle unità mediche di Kfor, sono attualmente sotto osservazione del personale sanitario che ne sta accertando le condizioni.
Il capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, segue l’evoluzione della situazione per il tramite del Comando operativo di vertice interforze ed esprime vicinanza ai militari feriti e ai loro famigliari.
Meloni: attacco in Kosovo inaccettabile e irresponsabile
“Esprimo la più ferma condanna dell’attacco avvenuto a danno della missione Kfor che ha coinvolto anche militari di altre Nazioni. Quanto sta accadendo è assolutamente inaccettabile e irresponsabile. Non tollereremo ulteriori attacchi”. Lo afferma il premier Giorgia Meloni.
“È fondamentale – aggiunge – evitare ulteriori azioni unilaterali da parte delle autorità kosovare e che tutte le parti in causa facciano immediatamente un passo indietro contribuendo all’allentamento delle tensioni. L’impegno del governo italiano per la pace e per la stabilità dei Balcani occidentali è massimo e continueremo a lavorare con i nostri alleati”.
Tajani chiama Kurti e Vucic: stop immediato alle violenze Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha telefonato al presidente serbo Aleksandr Vucic e al primo ministro kosovaro Albin Kurti ribadendo con forza che “ogni violenza e ogni provocazione deve cessare immediatamente: Kosovo e Serbia devono dare piena attuazione agli accordi che hanno sottoscritto grazie alla facilitazione dell’Unione europea.
La violenza è inaccettabile. L’Italia vuole contribuire a raggiungere in tempi molto brevi una soluzione sostenibile nel Nord del Kosovo.”
Tajani chiama Kurti e Vucic: stop immediato alle violenze
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha telefonato al presidente serbo Aleksandr Vucic e al primo ministro kosovaro Albin Kurti ribadendo con forza che “ogni violenza e ogni provocazione deve cessare immediatamente: Kosovo e Serbia devono dare piena attuazione agli accordi che hanno sottoscritto grazie alla facilitazione dell’Unione europea.
La violenza è inaccettabile. L’Italia vuole contribuire a raggiungere in tempi molto brevi una soluzione sostenibile nel Nord del Kosovo.”
Crosetto: vicinanza e pronta guarigione ai militari feriti
La Difesa e il ministro Guido Crosetto esprimono “vicinanza e augurano una pronta guarigione ai militari Nato Kfor italiani, ungheresi e moldavi rimasti feriti negli scontri in Kosovo”. Lo scrive su Twitter il ministero della Difesa.Militari italiani colpiti da molotov, altri con fratture Alcuni dei militari italiani feriti rimasti feriti nei gravi scontri fra truppe Nato e dimostranti serbi a Zvecan, nel nord del Kosovo, sono stati colpiti da molotov o altri dispositivi incendiari.
È quanto si apprende da fonti qualificate, secondo cui la situazione sarebbe ancora di tensione e sarebbe in atto un contenimento delle frange più violente di dimostranti. Altri tre militari italiani avrebbero “fratture esposte”.
Scontri tra serbi e Kfor, intervengono forze speciali
Nel pomeriggio sono continuati gli scontri nel nord del Kosovo tra i manifestanti di etnia serba e le truppe della forza di pace Kfor, guidata dalla Nato. I soldati della Kfor hanno chiesto ai serbi di liberare la strada a due veicoli delle forze speciali di polizia kosovare.
I soldati hanno poi usato gas lacrimogeni e granate stordenti per proteggere gli ufficiali kosovari nei veicoli e disperdere i manifestanti, secondo i testimoni e i media locali. I serbi riuniti hanno risposto lanciando pietre e altri oggetti duri. Un veicolo è stato bruciato. Gli scontri sono scoppiati dopo che i manifestanti serbi hanno tentato di irrompere in alcuni municipi guidati da sindaci di etnia albanese.