Investito da un poliziotto ubriaco: spezzato il sogno di Simone Sperduti che voleva essere un Vigile del Fuoco come il papà

POliziotto investe simone Sperduti
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“Mettete in sicurezza l’incrocio”. È maledetto. Perché il doppio svincolo in ingresso e in uscita per il Grande raccordo anulare all’altezza di via Prenestina, dove ha perso la vita Simone Sperduti, 19 anni, un diploma da geometra in tasca e il sogno di vestire l’uniforme dei vigili del fuoco, è “strutturalmente insicuro”. Tanto da essere stato individuato come uno dei tratti stradali più pericolosi di tutta Roma Est.

Gli agenti della polizia locale del V gruppo Casilino hanno pronta una lettera che nelle prossime ore verrà recapitata ai dipartimenti Mobilità e Lavori pubblici del Campidoglio per chiedere delle contromisure urgenti.

A. P., il 46enne ex celerino del Reparto mobile già sospeso e trasferito alla Polfer, guidava ubriaco e sotto effetto di sostanze stupefacenti, al momento dell’incidente che è costato la vita a Sperduti. Si trova da ieri nel carcere di Regina Coeli e domani comparirà davanti al giudice per la convalida dell’arresto.

A ricostruire la dinamica dell’incidente ha contribuito anche un testimone oculare sentito dagli inquirenti. “Il mio assistito non era sospeso dal servizio, era in aspettativa per malattia fino ad ottobre – precisa il difensore del poliziotto, l’arma gli era stata ritirata perché non era operativo”.

Martedì, alle 4 del mattino, il 19enne, in sella al suo Honda Sh 300, andava dritto sulla Prenestina verso il Lidl di Centocelle dove, dopo il diploma da geometra conseguito nel 2021 all’istituto superiore Giorgio Ambrosoli, aveva iniziato a lavorare come magazziniere in attesa degli esiti del concorso per entrare nel Corpo dei vigili del fuoco. L’uomo che da ieri è in carcere, ha girato a sinistra per imboccare il Gra: l’impatto è stato violentissimo e frontale, non ha lasciato scampo al 19enne.

Il padre Alessio, vigile del fuoco dal 2005, uno degli angeli dei terremoti de L’Aquila nel 2008 e di Amatrice nel 2016, era in vacanza a Cervia: è tornato di corsa a Roma ed è dovuto andare direttamente all’obitorio di Tor Vergata.

“Non riesco ancora a capacitarmi di come sia potuto accedere, sono sconvolto, devo ancora metabolizzare – ha confidato ieri con un filo di voce a un collega – non riesco neppure a leggere i messaggi di vicinanza che mi arrivano sul telefono”.

Ieri il pm Mario Palazzi ha disposto il dissequestro della salma del figlio, ora la famiglia può iniziare a organizzare i funerali. Oggi Alessio Sperduti, che dal 2018 presta servizio alla caserma di via Genova come autista dei mezzi di soccorso (dopo aver svolto servizio fino al 2009 a Bologna, per poi tornare a Roma, prima alla caserma di Prati poi a Ostia), sarà ricevuto dal comandante del vigili del fuoco di Roma Alessandro Paola.

I suoi colleghi, a partire dal comandante provinciale, non gli faranno mancare il sostegno.

“Tutto il personale del comando dei vigili del fuoco di Roma si stringe al dolore del collega Sperduti e della sua famiglia – afferma Riccardo Ciofi,  sindacalista dei vigili del fuoco – Abbiamo appreso la tragica notizia quando la squadra de La Rustica è intervenuta per un incidente stradale. Una situazione drammatica che ha coinvolto un nostro collega, non ci sono parole per descrivere la perdita di un figlio, sono situazioni che nessun essere umano dovrebbe vivere”.

Sono stati proprio i pompieri di Roma Est ad arrivare per primi sul luogo della tragedia, a estrarre il corpo di Simone, tifosissimo della Roma come il padre, che era rimasto incastrato sotto la Meriva guidata dal poliziotto. La scena è stata notata con precisione da un autista di un autobus del servizio pubblico. Una testimonianza decisiva a ricostruire la dinamica dell’impatto, che in ogni caso è ritenuta dagli investigatori già sufficientemente chiara. L’ex poliziotto avrebbe dovuto dare precedenza prima di svoltare a sinistra.

Proprio all’altezza del doppio svincolo l’asfalto è sconnesso, le linee di demarcazione dei due sensi di marcia sono quasi invisibili, consumate dal tempo. La segnaletica è davvero poco chiara.

Sono tutti elementi che hanno indotto la polizia locale a chiedere un intervento rapido da parte degli uffici comunali, che hanno la competenza delle strade della grande viabilità, come la Prenestina.

“Anche noi scriveremo una lettera per chiedere delle misure urgenti – aggiunge il presidente del municipio V Mauro Caliste – a partire dai semafori, che la notte sulla Casilina e sulla Prenestina vengono disattivati mantenendo solo il lampeggiante giallo, non si capisce perché”. Non solo.

“In seguito a un monitoraggio metteremo la segnaletica nuova e le bande luminose in terra in viale Alessandrino “, dove il 16 maggio scorso aveva perso la vita il 16enne Tiziano Mangione, travolto da un 21enne in sella a uno scooter mentre pedalava verso casa, a due passi dal Quarticciolo. “L’altro intervento analogo che faremo – annuncia Caliste – è in via Campari, a Tor Tre Teste, dove abbiamo rilevato un’alta percentuale di incidenti”.

L’ultimo è stato quello che è costato la vita a Simone: lascia una sorella di 15 anni al quale il padre proverà a stare vicino affinché possa metabolizzare il dolore indicibile della perdita del fratello.

roma.repubblica.it

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