Gianpietro Pegoraro del sindacato Fp CGIL Polizia Penitenziaria del Veneto: “Nel carcere di Treviso un venerdì trascorso con detenuti fuori controllo: nella notte, un detenuto ha incendiato la propria cella ed è stato salvato ed accompagnato in ospedale da quattro Agenti di Polizia Penitenziaria che hanno prolungato il proprio orario di servizio dal pomeriggio fino alla mattina successiva.
Il detenuto non è nuovo ad “eventi critici” ed è stato più volte protagonista di aggressioni nei confronti dei Poliziotti. Nella mattinata di venerdì invece, un detenuto ha preteso di recarsi ai passeggi senza averne il permesso non essendo l’orario previsto.
Al diniego del Poliziotto penitenziario, ha prima fatto finta di recarsi nei locali destinati alla socialità e poi ha tentato di recarsi comunque ai passeggi, sferrando due pugni al volto al Poliziotto che lo aveva redarguito.
La sera del venerdì, un altro detenuto ha chiesto al Poliziotto di turno se nella mattinata gli era stato elevato rapporto disciplinare. Il Poliziotto che aveva appena preso servizio non poteva saperlo e visto lo stato alterato del soggetto, ha chiamato i rinforzi.
All’arrivo degli altri Poliziotti il detenuto ha sferrato dei pugni al Poliziotto che ha “guadagnato” sette giorni di prognosi come da referto del pronto soccorso dell’ospedale”.Mirko Manna della FP CGIL Nazionale: “Abbiamo chiesto al Capo del DAP Giovanni Russo i dati numerici delle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, con i giorni di prognosi dei colleghi aggrediti che vanno a sommarsi alle numerose carenze di organico nelle carceri italiane.
Ma nulla trapela né dal Ministero, né dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, presumibilmente perché sono dati imbarazzanti per chi è al comando delle carceri.
Tra carichi di lavoro, aggressioni e noncuranza dell’amministrazione penitenziaria di quanto sta avvenendo nelle carceri, i Poliziotti penitenziari hanno raggiunto il limite di sopportabilità. Stiamo parlando di personale con una media nazione oltre i 50 anni di età, costretti a doppi turni, notti comprese e per di più sotto la costante minaccia di aggressioni serie da parte di una popolazione detenuta ormai fuori controllo.
Dalla politica e dal DAP erano state promesse nuove direttive per contenere le aggressioni in carcere ai danni della Polizia Penitenziaria, ma ancora non siamo stati messi al corrente nemmeno di una bozza.
Sono esterrefatto per la situazione in cui deve operare la Polizia postale Penitenziaria. Ho più volte scritto della duplice funzione degli Agenti e sottufficiali i quali al pari dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Fonanza, essi sono agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e quindi quando questi vengono aggrediti e riportano lesioni guaribili oltre 10 gg. possono dichiarare in arresto il responsabile ed in.ogni caso denunciare il fatto all’Autorità Giudiziaria. Solo così si può contenere la recrudescenza delle aggressioni. Ai miei tempi io così mi comportavo e i detenuti se ne guardavano bebè di oltraggiato o aggredire gli agenti, considerato che il giudizio avveniva per direttissima è l’aggravante della pena scongiurava i malintenzionati.