Indagava sui «furbetti del cartellino»: assolto anche in appello carabiniere accusato di assenteismo

Carabiniere sparò e uccise un albanese per salvare il collega ferito

Carabiniere e assenteismo – Confermata in appello l’assoluzione dell’ex comandante della stazione dei carabinieri di Monopoli, accusato di assenteismo.

Mentre indagava sui presunti «furbetti del cartellino» dell’ospedale di Monopoli era finito lui stesso sotto accusa. Per il luogotenente Vito Diceglie, già assolto in primo grado dal Tribunale militare di Napoli, è arrivata la conferma che il reato di truffa che gli veniva contestato «non sussiste».

Diceglie e i suoi uomini tra il 2018 e il 2019 avevano condotto una serie di indagini, coordinate dalla Procura di Bari, sugli assenteisti del San Giacomo, scoprendo che in metà dei reparti medici e infermieri si assentavano per ore dal lavoro per andare a sbrigare faccende personali, dallo shopping a commissioni in ufficio postale, da pause caffè a gite nelle case al mare.

Nei mesi successivi l’attività investigativa dei militari di Monopoli si concentrò su altri casi, come quello dell’ex consigliere comunale impiegato come responsabile del magazzino economale, che dal pc dell’ospedale avrebbe visitato per mesi siti di scommesse sportive e siti pornografici e si sarebbe procurato farmaci, soprattutto Viagra, che poi avrebbe consegnato in cambio di denaro e favori.

Dopo aver smascherato decine di «furbetti», il carabiniere è stato poi a sua volta accusato di condotte simili, finendo a processo per truffa militare continuata e pluriaggravata.

Gli veniva contestato di aver riportato sul memoriale di servizio «orari dilatati» rispetto a quelli realmente effettuati: in alcuni casi di aver terminato il servizio anticipatamente o di averlo iniziato con ritardo o, ancora, di essersi allontanato per motivi privati: 37 ore di lavoro per un totale di circa 700 euro da maggio 2019 a gennaio 2020. A seguito di queste accuse il militare era stato anche trasferito (ora è in pensione).

Nel processo, assistito dall’avvocato Giuseppe Carbonara, ha dimostrato che negli orari ritenuti di assenza ingiustificata in realtà stava svolgendo attività di indagine fuori dall’ufficio. E così, anni dopo, è stato assolto in primo e adesso anche in secondo grado.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!