Indagato per omicidio il carabiniere che ha sparato al marocchino uccidendolo: “Eccesso colposo nell’uso legittimo di armi”

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La ricostruzione della tragica sparatoria avvenuta ieri tra Fara Vicentino e Breganze, che ha portato all’uccisione di un 28enne marocchino e al ferimento (grave) di un agente della Polizia locale.

Indagato per omicidio il carabiniere che ha sparato al marocchino uccidendolo: “Eccesso colposo nell’uso legittimo di armi”

Indagato per omicidio: “Eccesso colposo nell’uso legittimo di armi”. Un atto dovuto, certo, quello nei confronti del vice Brigadiere dei Carabinieri che ha sparato e ucciso, ma che – al netto di una dinamica i cui contorni essenziali appaiono ormai delineati – fa comunque una certa impressione.

Di sicuro c’è che, senza il suo intervento risolutivo (ma saranno poi le indagini a stabilire la piena correttezza e proporzionalità dell’operato del militare), a quest’ora l’agente della Polizia locale, Alex Frusti, potrebbe essere morto.

La ricostruzione dei fatti

Nella mattinata di ieri, lunedì, a Breganze, in via Roma, una pattuglia del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Thiene era infatti intervenuta in seguito a varie segnalazioni che indicavano una persona in evidente stato di alterazione psico-fisica che causava pericolo alla circolazione, anche con tentativi di aggressione agli utenti della strada.

La pattuglia – composta da un vice Brigadiere e da un Appuntato scelto – individuava così all’altezza della rotonda posta all’ intersezione tra via Bassano del Grappa e via Crosara un persona di origine nordafricana vestita con una tunica di colore scuro che, alla vista dei militari dell’Arma, proseguiva nell’ atteggiamento ostile nonostante i tentativi di riportalo alla calma.

Nonostante fosse stato attinto dai dardi del dispositivo l’ uomo, proseguendo nella condotta aggressiva, si avvicinava all’ Appuntato in procinto di lanciare l’ allarme radio dall’ autovettura di servizio e lo spintonava, causandone la caduta, sul sedile anteriore del veicolo. Nel corso della colluttazione I’ aggressore riusciva ad impossessarsi della pistola d’ ordinanza in dotazione al militare.

L’ uomo indirizzava a questo punto la sua azione verso il vice Brigadiere – che nel frattempo si era riparato dietro un muretto – tentando ripetutamente di armare la pistola, senza tuttavia riuscire ad esplodere i colpi, nonostante la pressione esercitata sul grilletto.

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