Inchiesta carabinieri Prato: indagati altri due militari dell’Arma

Carabiniere

Inchiesta carabinieri Prato: indagati altri due militari dell’Arma – Ci sono almeno altri due carabinieri indagati nell’inchiesta sui favori da parte del comandante dei carabinieri della compagnia di Prato Sergio Turini a imprenditori italiani e cinesi. Sono due colleghi dell’ufficiale dell’Arma finiti nei guai per avere acconsentito alle richieste del tenente colonnello Turini, uomo che secondo il gip, tradisce «una vocazione affaristica», come dimostra anche l’acquisto di tre bottiglie di vino destinate a «clienti importanti», «come se il comandante della stazione avesse da ingraziarsi clienti, come un qualsiasi imprenditore, con doni natalizi».

I militari indagati

Il primo dei due indagati è il capitano alla guida del radiomobile della Compagnia di Prato ed è finito sotto inchiesta per omessa denuncia per l’episodio del cinese sorpreso ad agitare un’ascia in strada lo scorso gennaio e non segnalato all’autorità giudiziaria. Quell’uomo, che non è stato identificato dai militari intervenuti, era il padre di un cinese che ha una lavanderia, amico di un appuntato in servizio a Prato.

È il colonnello Turini a muoversi non appena viene informato dal capitano di quello che è successo. Ed è lui a chiedere di non procedere nei suoi confronti e di non sequestrare l’arma: «Non c’è nessuna segnalazione, è ridimensionato, non è reato e chiusa la partita. Se andava nell’orto buon vecchio, diamogli una mano. Se era in piazza Duomo ok, se ne riparla».

Anche il capitano è stato perquisito dai carabinieri del Ros nell’ambito dell’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli e dai pm Lorenzo Gestri, Lorenzo Boscagli e Massimo Petrocchi ed è stato convocato ieri in Procura ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha scelto la strada del silenzio anche l’altro carabiniere indagato, un appuntato in servizio a Poggibonsi, dove ha prestato servizio Turini dal 2016 al 2021. Diverso il reato che la Procura gli contesta: peculato per aver accompagnato con l’auto di servizio il figlio di Turini da un posto a un altro.

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