Riunione lampo per il Consiglio dei ministri, che ha approvato all’unanimità il decreto con le misure da adottare dopo l’attacco sferrato dalla Russia all’Ucraina.
E’ stato deliberato per tre mesi lo stato di emergenza per consentire gli interventi della protezione civile all’estero e della protezione civile europea.
Il dl, tra le altre cose, potenzia la presenza del personale militare italiano nella Nato. Via libera anche agli aiuti finanziari per il Paese.
La decisione dopo che stamani il pesidente del Consiglio, Mario Draghi, ha reso prima alla Camera e poi al Senato un’informativa urgente sul conflitto. “Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato – ha anticipato il premier – sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni.
Circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili.
Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della Nato e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini. L’Italia e la Nato vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europe”.Cosa prevede il decretoIl decreto urgente varato dal Consiglio dei ministri per fronteggiare l’invasione russa in Ucraina contiene 7 articoli che vanno dal potenziamento del personale militare italiano sotto il Comando Nato e aiuti all’Unità di crisi della Farnesina.
Su proposta del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio e del ministro della Ddifesa Lorenzo Guerini, questo provvedimento prevede nello specifico:
l’autorizzazione al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale a derogare alle norme vigenti per l’erogazione di aiuti e assistenza a favore delle autorità e della popolazione dell’Ucraina;
l’autorizzazione a 10 milioni di stanziamenti aggiuntivi finalizzati a un rafforzamento della funzionalità e dei dispositivi di sicurezza delle Sedi diplomatiche italiane, del personale e per la tutela di interessi e cittadini italiani all’estero;
l’autorizzazione a interventi per potenziare l’operatività dell’Unità di crisi (con stanziamenti complessivi pari a 1,1 milioni di euro) e facilitare le procedure di assistenza ai cittadini italiani all’estero anche attraverso l’uso di applicativi informatici;
la proroga per l’anno 2022 dei dispositivi Nato già in corso, ovvero la prosecuzione della partecipazione di personale militare al potenziamento dei seguenti dispositivi della Nato, già autorizzati dal Parlamento per l’anno 2021.
Presenza avanzata e rafforzata in Lettonia (enhanced Forward Presence), attraverso l’impiego del numero massimo di 250 unità di personale e 139 mezzi terrestri;
Dispositivo per la sorveglianza aerea attraverso attività di Air Policing, che prevede l’impiego del numero massimo di 130 unità di personale e di 12 mezzi aerei, attualmente dislocati in Romania, e attività di pattugliamento aereo nell’ambito delle misure di rassicurazione degli alleati nel fianco est, attraverso 2 mezzi aerei (un rifornitore e un mezzo per raccolta dati);
Dispositivo per la sorveglianza navale e attività di raccolta dati nell’area sud dell’Alleanza (Mediterraneo orientale e Mar Nero), attraverso l’impiego del numero massimo di 235 unità di personale, due mezzi navali e di uno ulteriore, secondo necessità, e di un mezzo aereo;
La mobilitazione di ulteriori forze ad alta prontezza, denominate “Very High Readiness Joint Task Force-VJTF”, fino al 30 settembre 2022, attraverso l’impiego di 1350 unità, 77 mezzi terrestri, 2 mezzi navali (a partire dal secondo semestre 2022) e 5 mezzi aerei.
La consistenza massima per lo svolgimento di tali missioni è pari a 1.970 unità.
In una nota diramata al termine del Cdm si precisa poi che “l’Italia ha attivato interlocuzioni tecniche con singoli Paesi alleati, maggiormente esposti sul fianco est, al fine di verificare la possibilità di attivare ulteriori iniziative con caratteristiche simili alla missione già operativa in Lettonia, anche in termini di personale impiegato.
È stata, inoltre, innalzata la prontezza delle unità di rinforzo (Immediate Follow-on Forces Group-IFFG), nella misura di 2.000 unità, nel caso si debba ulteriormente rafforzare il dispositivo su richiesta della NATO, o assicurare la rotazione delle forze ad alta prontezza (VJTF)”.
Il decreto prevede anche la cessione alle autorità governative dell’Ucraina, a titolo gratuito, di mezzi e materiali di “equipaggiamento militari non letali, rendendo disponibili equipaggiamenti per la protezione individuale per i militari ucraini e materiali per lo sminamento umanitario a favore della popolazione civile”. Lo stato di emergenzaIl Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi, ha poi deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza per intervento all’estero.
L’adozione del provvedimento è necessaria per assicurare il concorso a tutte le iniziative di protezione civile anche attraverso la realizzazione di interventi straordinari ed urgenti a supporto delle operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione interessata. Interventi da svolgersi durante lo stato di emergenza.
Per tale primo intervento sono stati stanziati tre milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, che comprendono, al netto di quanto sarà rimborsato dall’Unione europea, gli oneri che verranno sostenuti per il trasporto, il dispiegamento e il reintegro dei materiali.