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Il taser è uno strumento “pericoloso” e “inutile”. Il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, intervistato dall’AGI, non lascia spazio a dubbi su cosa pensi della ‘pistola’ che spara scariche elettriche. In dotazione alle forze dell’ordine italiane ce ne sono circa 4.500 e si parla di estenderne l’uso alle polizie locali di alcuni Comuni.
Nettamente contraria all’ipotesi è l’associazione Antigone, che si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale. “Abbiamo fortemente criticato – dice Gonnella – il fatto che si introducesse questa arma, definita impropriamente non letale. Invece, come è stato dimostrato sulla base dell’esperienza statunitense, è un’arma potenzialmente letale in base alle condizioni di salute e patologiche della persona colpita dalla scarica elettrica.
Non è mortale se la persona colpita sta bene, ma se si hanno problemi cardiologici o neurologici può determinare effetti fatali”.
Gonnella cita in particolare un’indagine della Reuters, che ha documentato 1.081 casi di persone morte, fino alla fine del 2018, dopo essere state colpite dalla polizia con la scarica elettrica di un taser. Circa il 32% di coloro che sono deceduti erano neri e circa il 29% bianchi. Un’altra ricerca, ricordata dal presidente di Antigone, è quella condotta da Apm Reports, sempre negli Stati Uniti, nel 2019, sui Dipartimenti di Polizia di dodici città americane. Secondo l’indagine, il taser è stato efficace solo nel 60% dei casi e, tra il 2015 e il 2017, al suo impiego per 250 volte è seguita una sparatoria. Insomma, sostiene Gonnella, “oltre che pericolosa, quest’arma non è neanche efficace”.
Le organizzazioni sui diritti umani “hanno affermato che è un arma da usare con estrema cautela, molte volte è usata in situazioni a rischio con persone con problemi psichiatrici. Dunque nei fatti non è un’alternativa alla pistola, ma diventa un’alternativa al manganello, si aumenta così la potenzialità dell’arma”. Il presidente di Antigone lamenta poi che “in Italia è stato introdotto dopo alcune sperimentazioni, ma non c’è traccia di una formazione specifica per il personale di polizia. Adesso si vuole estendere l’uso del taser alla polizia locale e questo è pericolosissimo, mettiamo un’arma in mano a personale non formato”.
E se sono le Regioni o i Comuni a decidere, per Gonnella c’è un problema costituzionale: “La questione della sicurezza spetta allo Stato, non ci possono essere leggi regionali o comunali che affidano il taser alla polizia locale”.
Quanto alle alternative al taser, Gonnella spiega: “Abbiamo bisogno di recuperare la figura del poliziotto di quartiere. Ci dobbiamo disabituare al fatto che la sicurezza si costruisca aumentando il livello dell’arma. Meglio avere più poliziotti ma meno armati. Spesso è sufficiente una presenza dissuasiva delle forze dell’ordine, il taser è una introduzione che non aumenterà la sicurezza delle nostre città”. Insomma, tra taser e manganello “se devo proprio scegliere, dico che è meglio, perché meno pericoloso, il manganello”.